L'ex allenatore di Lugano e Chiasso commenta i momenti opposti delle due principali squadre del Ticino calcistico: "Celestini ha cambiato il Lugano, ma una sconfitta disferebbe tutto"
TICINO – Una sorride a giusta ragione, l’altra non dorme sonni tranquilli dalla preoccupazione. Umori diversi per il Ticino calcistico che se da una parte può esultare per un Lugano terzo in classifica in Super League e con un piede in Europa, dall’altra si dispera per un Chiasso che annaspa in fondo alla classifica del campionato cadetto.
Diversi anche i risultati delle due principali squadre ticinesi nell’appena concluso fine settimana. Dopo aver superato il Lucerna, sia in campo che in classifica, il Lugano guidato da Celestini allunga il filotto di risultati utili consecutivi. Tre punti, quelli ottenuti a Cornaredo grazie a una punizione di Gerndt, che hanno il sapore di Europa, in quanto il terzo posto in classifica permette a chi si piazza sul gradino più basso del podio di accedere direttamente alla fase a gironi di Europa League.
Ha avuto un sapore amaro, amarissimo, la sconfitta casalinga del Chiasso per mano del Vaduz. I rossoblù di Andrea Manzo sono stati sconfitti per 1-2 e hanno visto ridursi drasticamente le possibilità di mantenere un posto in Challenge League. Ma a preoccupare ulteriormente l’ambiente momò sono stati i disordini verificatosi al Riva IV (vedi articoli suggeriti) al termine dell’incontro, con un paio di esagitati tifosi rossoblù che hanno cercato e ottenuto con forza un confronto diretto con i giocatori.
La dirigenza rossoblù ha ribadito la fiducia al tecnico Andrea Manzo, mandando la squadra in ritiro in Italia per permettere a capitan Martignoni e compagni di preparare al meglio l’importantissima sfida casalinga contro il Rapperswil.
“Se è la mossa giusta – ci dice l’ex allenatore di Chiasso e Lugano Raimondo Ponte – lo scopriremo soltanto a partita conclusa. Il Chiasso si può salvare? Finché la matematica non lo condanna, deve crederci. È chiaro che una sconfitta nel prossimo turno metterebbe la parola fine al sogno salvezza. Partite come quelle contro il Vaduz non si possono perdere. Non hanno il destino nelle proprie mani, ma deve provarci”.
Chi il destino lo custodisce nelle proprie mani è invece il Lugano di Celestini. “Stanno facendo – continua Ponte – un campionato importante. Adesso hanno l’umore alle stelle dopo aver conquistato il terzo posto, ma non devono rilassarsi e pensare che è tutto fatto. Una sconfitta a Thun nel prossimo turno potrebbe rovinare tutto”.
Allenatore del Chiasso dal 2007 al 2012 e del Lugano per mezza stagione nel 2013, Raimondo Ponte batte le mani al lavoro compiuto finora da Celestini e il suo Lugano. “I bianconeri – conclude – hanno cambiato marcia con l’arrivo di Celestini. Su Abascal (il precedente allenatore del Lugano ndr) non posso esprimermi perché non lo conosco come allenatore. Ma è chiaro che un allenatore svizzero e preparato come Fabio sia riuscito a trarre il meglio dei propri giocatori in un contesto che conosce alla perfezione”.