CRONACA
Come cambia la musica tra locali che chiudono e ricambio generazionale. Dj P-kut: "Vivere di musica in Ticino è impossibile. Il Living Room mancherà"
Il Dj di Stabio, vincitore al DMC Italia nel 2015: "Si prende sempre per buono quello che passa in radio. Così si perdono i locali e i gusti musicali"

STABIO – Gli anni passano, la musica cambia di generazione in generazione, i locali storici chiudono i battenti o falliscono. La passione per la musica di Davide Pallaro, però, non cambia mai: rimane immutata e lo dimostra quando si mette in console. Perché al posto di una chitarra o un microfono in mano, il dj di Stabio (in arte P-kut) preferisce mixer e giradischi.

Cresciuto con la passione per l’Hip-hop, Pallaro si è ben presto tolto soddisfazioni importanti, come nel 2015 quando ha vinto il Disco Mix Club in Italia, una competizione internazionale nata in Inghilterra e a cui partecipano i migliori dj del mondo.

“Dopo aver trionfato a sorpresa in Italia – afferma Pallaro – ho partecipato alle finali a Londra. Arrivai nono su 20, ma per me già essere lì insieme a dei “mostri” che soltanto mesi prima studiavo dai video è un traguardo importante. Fu un’emozione fantastica perché mi ha permesso di vivere esperienze indimenticabili durante le quali ho potuto ampliare il mio bagaglio tecnico”. Assieme al rapper Egreen, il dj ticinese ha “potuto girare in lungo e in largo tutta l’Italia e diverse parti del Mondo. Sono stato lontano da casa due anni e mezzo, ma ho conosciuto parecchi cantanti, dj, produttori e via dicendo”.

Da qualche tempo, però, la vita di Pallaro è cambiata. “Non mi dedico più esclusivamente all’attività di dj, anche se resto comunque attivo in ambito musicale. Purtroppo vivere di musica in Ticino non è facile, così come non è facile costruirsi una carriera per poter “sfondare” all’estero”. E di come sia difficile resistere al mutamento di generi musicali, tendenze e generazioni che cambiano ne abbiamo avuto la prova con il Living Room che dopo questo fine settimana chiuderà definitivamente i battenti.

“Una perdita importante – continua il dj momò – per il panorama musicale ticinese. Mancherà a tutti, ma non bisogna per forza trovare un colpevole. Ai gestori del Living, oltre a un grande grazie per tutto quello che hanno fatto negli anni, va fatto anche un applauso sincero: credo che il buon 70% avrebbe chiuso già qualche anno fa. Loro, invece, sono stati in grado di innovarsi fin quando hanno potuto. E chiudere non significa fallire nel proprio intento”.

E ancora: “L’aspetto generazionale conta sicuramente. Le nuove generazioni, magari, non sanno nemmeno dell’esistenza del Living Room o se lo sanno non sono a conoscenza di quanta musica ci è passata. Ma è anche giusto così...”.

Pallaro sostiene che “non c’è più una ricerca di un determinato tipo di suono. Si prende sempre per buono quello che passa in radio e tutto diventa un po’ più superficiale e di conseguenza certe cose vanno a perdersi. Come va a perdersi un gusto musicale, si perde anche un locale, o un negozio, di musica”. Paradossalmente, per P-kut ci troviamo “in un periodo musicale di grande creatività, come quello che ci fu negli anni ‘70. Attualmente troviamo musica nuova, suoni rielaborati e melodie innovative, ma soprattutto sta uscendo musica di qualità. E questo, a mio avviso, si rispecchia nell’arte in generale”.

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