CRONACA
"Fatta la legge, trovato l'inganno". A Lugano mascherine igieniche per dribblare la legge antiburqa
Giorgio Ghiringhelli: "Non è la prima volta che ricevo segnalazioni del genere da altre località del Cantone, come ad esempio Mendrisio e Brissago"

*Di Giorgio Ghiringhelli

LUGANO –  "Fatta la legge, trovato l'inganno. Come sentirsi presi per i fondelli". È questo il commento che un cittadino di Lugano mi ha inviato come didascalia di una foto, scattata sabato 20 luglio, in un parco di Lugano.

La foto ritrae una donna musulmana, seduta su una panchina del lungolago,  coperta di veli da capo a piedi e con una mascherina sanitaria che le nasconde il viso. Non è la prima volta che ricevo segnalazioni del genere da altre località del Cantone, come ad esempio Mendrisio e Brissago. 

Quel 65% di cittadini che avevano votato a favore dell'inserimento nella Costituzione cantonale di un divieto di dissimulare il volto negli spazi pubblici si sentono presi per i fondelli a giusta ragione da queste donne musulmane ( e dai loro complici mariti che le accompagnano comodamente in shorts) che con simili stratagemmi cercano di aggirare le nostre leggi - quelle che i musulmani fondamentalisti dicono sempre di voler rispettare -  e si chiedono cosa fa la polizia in casi del genere. 

La legge sulla dissimulazione del volto in pubblico negli spazi pubblici, in vigore dal 1. luglio 2016, stabilisce all'art. 4 quali sono le eccezioni  e, ad esempio, il divieto di dissimulare il volto non si applica se è giustificato "da motivi di salute".  

Ma chi decide se nei casi in questione vi sono reali motivi di salute  oppure no ? La polizia probabilmente non è in grado di fare questa diagnosi, e dunque a scanso di equivoci si dovrebbe specificare nella legge o nel regolamento di applicazione che i motivi di salute che esimono dal divieto di dissimulare il volto debbano poter essere dimostrati con criteri oggettivi e non soggettivi, ad esempio mediante un certificato medico emesso da un medico ( ed eventualmente soggetto a verifica da parte di un medico cantonale) , oppure in caso di epidemie conclamate. 

Rivolgo dunque un appello al Dipartimento delle istituzioni a chiarire questi aspetti nel Regolamento di applicazione della legge sulla dissimulazione del volto negli spazi pubblici e a diramare le necessarie istruzioni alle polizie comunali.  

*fondatore de 'Il Guastafeste' e promotore dell'iniziativa che chiedeva di vietare la dissimulazione del viso nei luoghi pubblici e aperti al pubblico

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