Il racconto degli studenti CSIA: "Un uomo ha aggredito una manifestante. La Polizia ha seminato il panico tra presenti e passanti; ha leso anche molti minorenni"
LUGANO – "#FreeMark". È stato questo l'hashtag più frequente ieri a Lugano, dove si è tenuto il corteo di protesta degli studenti dello CSIA in solidarietà di Mark – il 19enne costretto a rimpatriare in Ucraina – e la sua famiglia.
Mark, lo ricordiamo, è un giovane che frequentava il secondo anno allo CSIA. Martedì durante l’orario scolastico si è dovuto recare in polizia dove è stato arrestato e portato in carcere per due notti per poi essere deportato in Ucraina, paese attualmente in guerra in cui esso e la sua famiglia sono fortemente perseguitati e rischiano la loro vita.
Il corteo, partito da piazza molino nuovo, è stato sin dall’inizio pacifico e all’insegna della non violenza. "Purtroppo – si legge in una nota degli studenti –, all’arrivo dei manifestanti in via Pretorio un uomo esterno alla manifestazione ha aggredito spontaneamente una manifestante prendendola per il collo e strattonandola violentemente contro un autobus. Al che la polizia è intervenuta immediatamente contro però i manifestanti e non l’aggressore, utilizzando lo spray al peperoncino e seminando il panico generale sia tra i manifestanti che tra i passanti".
"Così facendo – continua la nota – la polizia ha leso numerosi pacifici manifestanti di cui molti minorenni e anche alcuni passanti tra cui anziani e bambini. Le persone colpite da lo spray hanno riportato disagi quali svenimenti, vomito e bruciori agli occhi e alla pelle, e in un caso la vittima, una passante, ci ha riferito che si sarebbe recata all’ospedale. Nel frattempo l’aggressore se n’è potuto andare tranquillamente senza essere fermato. Il corteo provato dalle violenze subite è proseguito, sempre in maniera pacifica, dovendo però cambiare il percorso causa blocco del centro da parte della polizia".
Gli studenti dello CSIA "condannano ogni tipo di violenza perpetrata durante la manifestazione che aveva il solo scopo di difendere Mark, la sua famiglia e tutte quelle persone che ogni giorno vengono forzatamente deportate nei loro paesi in cui sono quotidianamente perseguitati e tormentati".