L'Associazione 50epiù: "Se non si agisce ora, nei prossimi anni esploderà il numero di pensionati che dovranno fare ricorso alle prestazioni complementari"
Aumentano gli over 45 costretti a rivolgersi all’assistenza sociale, anche quelli con un grado di formazione elevata. Perfino il Comitato dei diritti economici, sociali e culturali dell’ONU chiede alla Svizzera di adottare misure concrete per ridurre la disoccupazione di lunga durata per i lavoratori “anziani” e parla chiaramente di discriminazione nell’accesso al mondo del lavoro. "È una notizia – scrive l'Associazione 50epiù in un comunicato – è che passata un po’ in sordina eppure rappresenta una vera e propria “bomba sociale” che potrebbe mettere in pericolo tutto il sistema di previdenza e aiuti sociali".
"I lavoratori “anziani” che si ritrovano espulsi dal mondo nel lavoro hanno pochissime probabilità di ritrovare un impiego fisso, spesso devono accontentarsi di sopravvivere con lavori a tempo parziale e determinato o sono costretti a rivolgersi all’assistenza sociale per sopravvivere. Significa che arriveranno all’età di pensionamento senza più risparmi propri e con rendite insufficienti a garantire loro una vecchiaia dignitosa. Se non si agisce ora, nei prossimi anni esploderà il numero di pensionati che dovranno fare ricorso alle prestazioni complementari, con un aumento delle spese a carico di Cantoni e Confederazione. A subirne le conseguenze non saranno solo i pensionati, ma tutti i cittadini che si vedranno tagliare prestazioni per colmare i buchi nella casse pubbliche".
E ancora: "Nella campagna per le elezioni federali questo tema è stato assente: si parla sempre dei babyboomer e del loro impatto sulla previdenza vecchiaia, senza neppure accennare al fatto che molti di loro si trovano già in condizioni precarie e che passeranno il resto della loro vita a dipendere dagli aiuti sociali. Tutti gli sforzi e i sacrifici richiesti dalle forze politiche per “garantire le rendite” risultano assolutamente inutili se le imprese continuano a licenziare e a discriminare i lavoratori che considerano “anziani”. Le associazioni di difesa dei disoccupati over 50 da anni mettono in guardia contro questa “bomba sociale”, ma la situazione invece di migliorare è peggiorata: l’età in cui le persone vengono espulse dal mondo del lavoro si sta abbassando e il tasso di assistenza sociale è aumentato a partire dai 46 anni".
L'Associazione ricorda che "esistono proposte sia a livello federale che in diversi cantoni: rendite ponte per i disoccupati anziani, divieto dei licenziamenti sostitutivi, livellamento dei contributi della previdenza vecchiaia e obbligo di formazione continuo in azienda possono contribuite a invertire questa pericolosa tendenza. Ci vuole però la volontà politica di agire e subito. Per l’associazione 50epiù è importante che si inizi a dibattere di questi problemi sia nei media che nei parlamenti e che il mondo politico ed economico adottino misure concrete. Le dichiarazioni di intenti non bastano più, ci vogliono i fatti".