L'imprenditore: “Ci aspettano tempi piuttosto burrascosi, la politica dovrà affrontarli e noi, imprenditori e lavoratori, dovremo probabilmente subirli”
LUGANO - 1970-2020… Cinquant’anni. Mezzo secolo… 2'600 settimane… Cinque decenni… Dieci lustri… Girala come vuoi, cambia i parametri della misurazione del tempo, ma la realtà che emerge e che conta è una sola: quella di una lunga storia aziendale di successo. Una storia aziendale che è anche una storia famigliare. Una storia che inizia, appunto, nel 1970, quando il padre di Andrea Gehri, Gerhard, fondò a Lugano una ditta per la posa delle piastrelle. Una realtà che oggi si chiama Gehri Rivestimenti.
Mezzo secondo di innovazione e sviluppo
“Erano gli anni del primo ‘boom’ edilizio – racconta Andrea, 56 anni – e servivano bravi artigiani, capaci di lavorare sul rivestimento di pavimenti, bagni e cucine. L’attività andò bene, tanto che negli anni Ottanta rilevammo la ditta Christen e Tobler di Porza, dove ha oggi sede la nostra azienda. Già, siamo a due passi dalla Resega e non lontani dal centro di Lugano, ma in territorio di Porza”.
Quell’operazione fu una prima svolta decisiva sulla strada del successo: l’edificio venne ristrutturato, vennero ampliati gli spazi espositivi e fu creato un laboratorio con macchinari ad hoc per la lavorazione e il taglio della pietra naturale.
L’entrata in azienda di Lauro Cavargna, quale responsabile tecnico nonché co-proprietario, oltre a portare la Gehri ad essere l’unica azienda in Ticino ad avere ben 2 diplomati maestri piastrellisti sotto lo stesso tetto, contribuì fortemente allo sviluppo e al successo del settore.
La seconda svolta nella storia dell’azienda, racconta Gehri, “fu l’ingresso di mia moglie Manuela. Cambiammo la ragione sociale da Gehri Piastrelle in Gehri Rivestimenti e iniziammo un processo di totale rinnovamento dell’immagine aziendale. Lo sviluppo degli ultimi anni è avvenuto in parallelo con le grandi trasformazioni che hanno rivoluzionato il mondo della ceramica e della sua lavorazione”.
Il laboratorio venne ulteriormente ampliato, vennero acquistate nuove apparecchiature a controllo numerico, e nel 2015 arrivò la macchina da taglio “Waterjet”, una prima in Ticino.
Le nuove tecnologie, spiega l’imprenditore, consentono una precisione millimetrica nel taglio delle lastre e la posa di pavimenti e rivestimenti che risultano molto simili a superfici continue.
Parallelamente, l’esposizione venne ampliata con uno spazio dedicato alla pietra naturale e il processo di rinnovamento si concluse nell’ottobre del 2017, con l’apertura dello showroom principale interattivo e multimediale dedicato alle ceramiche e ai mosaici. L’anno successivo anche Deborah, figlia di Andrea e Manuela, è entrata a far parte dello staff dell’azienda.
E siamo così arrivati alla terza generazione, e al cinquantesimo anniversario, riassunto nello slogan “L’Arte del rivestire dal 1970”.
Dal lockdown alla ripresa
Un anniversario che avrebbe dovuto essere sottolineato in questi mesi con diversi momenti celebrativi. Ma… Ma poi è arrivato quel maledetto virus, il Covid-19, che ha scombussolato tutto e tutti.
“Noi – dice Gehri - siamo fortunatamente uno di quei settori che ha potuto riprendere i lavori che erano stati congelati il 16 marzo a causa dell’emergenza sanitaria. Certo, abbiamo sofferto per la chiusura forzata, ma la riapertura è stata abbastanza confortante. Mentre altri settori, penso al turismo, alla ristorazione, agli eventi, allo sport, soffrono tremendamente perché ciò che hanno perso non possono più recuperarlo e sono ancora sottoposti a rigide regole a livello di assembramenti, anche se il Consiglio federale ha allentato le misure di protezione”.
E guardando ai prossimi mesi, l’imprenditore aggiunge: “Mi auguro che la scienza faccia passi avanti nella lotta al virus, che le app per il tracing si diffondano e vengano utilizzate dalla popolazione. Sono convinto, e non sono il solo, che la conoscenza e l’esperienza accumulata in questi mesi drammatici ci consentirà di affrontare meglio un’eventuale seconda ondata. Ma è chiaro che un lockdown come quello che abbiamo vissuto non sarà più attuabile, perché l’economia, già duramente provata, rischierebbe un vero tracollo”.
Ma i tempi duri, secondo Gehri, non sono ancora arrivati. “Abbiamo ancora i salvagente della Confederazione ma in autunno il lavoro ridotto finirà… E i problemi maggiori li vedremo tra l’autunno e l’inverno. L’esportazione sta soffrendo, tutti abbiamo perso qualcosa, molte persone hanno perso potere d’acquisto o hanno il timore di perdere il lavoro. Aggiungiamoci indebitamento degli stati: qualcuno questi miliardi li dovrà rifondere un giorno o l’altro. In Svizzera abbiamo un indebitamento contenuto rispetto al prodotto interno lordo. Non è così nelle nazioni a noi vicine, Germania compresa. E a livello europeo già si parla di una tassa Covid una tantum sui patrimoni, tra il 10 e il 22%. Ci aspettano dunque tempi piuttosto burrascosi, la politica dovrà affrontarli e noi, imprenditori e lavoratori, dovremo probabilmente subirli. E se come immagino i consumi non torneranno ai livelli di prima anche il nostro modello di business andrà in crisi”.
Anche sul fronte dell’edilizia Gehri prevede cambiamenti importanti. “Pensiamo solo al fatto che in questi mesi la gente e le aziende si sono familiarizzate con l’home working, cosa che potrebbe incidere sul settore terziario aumentando la difficoltà di affittare superfici commerciali”.
Meno soldi in circolazione, ridotta disponibilità economica, settori in crisi, timore per il futuro, significano anche minore propensione agli investimenti. “Anche perché, oggi vai in banca e ottieni capitali a un tasso dell’1% su 15 anni, ma poi ti calcolano la sostenibilità del prestito al 6%, quando dovrebbe essere al massimo al 4%. Non è ragionevole e la Finma, l’autorità di sorveglianza sul settore finanziario, dovrà per forza modificare questi parametri. Fino a che i tassi saranno a questi livelli il settore della costruzione continuerà ad essere interessante, ma per non farlo crollare bisognerà cambiare le regole per l’accesso all’acquisto”.
Andrea Gehri tra sport e politica
Chiuso il capitolo Covid-19, torniamo al personaggio. Andrea Gehri non è conosciuto in Ticino soltanto per essere un imprenditore di successo. Il suo nome è anche legato all’Hockey Club Lugano, quale vice-presidente dell’Associazione e presidente del Club di sostegno Golden Wings. E alla politica… Otto anni in Consiglio comunale a Pregassona e altri 8 a Cadro nelle fila del PLR.
“Ma quando mi chiesero di candidarmi per il Municipio risposi ‘no grazie’. Come imprenditore faccio fatica a rispettare e a volte a comprendere i tempi della politica. Ho quindi deciso di dare la priorità alla famiglia, all’azienda e allo sviluppo della nostra professione, in particolare nell’ambito della formazione. Per 7 anni sono stato presidente dell’Associazione nazionale delle piastrelle e il mio impegno per la categoria è anche testimoniato dai 12 anni alla testa dell’Associazione cantonale”.