CRONACA
Il discorso d'inizio anno di Borradori: "Coesione sociale, formazione, solidarietà e integrazione delle diversità. Ecco la strada da seguire"
Il sindaco di Lugano: "Non dobbiamo avere paura di rischiare e metterci in gioco, perché ogni proposta – anche quella scartata - è un passo verso l’obiettivo, e le provocazioni sono benvenute in quanto tappa di un risultato futuro"
© Ti-Press / Elia Bianchi

LUGANO – Si è tenuta questa mattina la tradizionale cerimonia di scambio d'auguri tra le autorità e la cittadinanza. Una cerimonia preceduta dal corteo delle associazioni cittadine che hanno accompagnato il sindaco Marco Borradori fino a Palazzo dei Congressi. 

Di seguito il discorso integrale tenuto da Borradori:

"Grazie a tutti per essere qui con noi questo Primo gennaio 2020, il giorno più speciale dell’anno e, diciamolo, anche del decennio, poiché oggi inizia una nuova decade, entriamo infatti negli anni Venti del XXIesimo secolo!

E con l’aggettivo “speciale” mi riferisco a quel caratteristico, umano senso di aspettativa e di speranza, anche di ottimismo, che nasce in ognuno di noi all’inizio di qualche cosa di nuovo. Perché – come scrisse Giacomo Leopardi nel “Dialogo di un venditore di almanacchi”: “Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?” E oggi vorrei che tutti rispondessimo: È vero! Oggi inizierà la vita felice.

Il 2020 chiude (e avvia) anche un altro ciclo significativo, quello di una legislatura, quel periodo canonico di quattro anni in cui noi politici esercitiamo il nostro mandato. È, questo, un momento che viene tradizionalmente dedicato ai bilanci e ai
buoni propositi. Oggi, insieme agli ospiti che interverranno dopo mi me, faremo una riflessione sulla città.

Una città non è un oggetto, è uno spazio in continua trasformazione, un organismo in crescita, un luogo di creazione e cocreazione, dove le autorità operano con il sostegno di tutti i numerosi protagonisti della vita sociale. Le cittadine e i cittadini prima di tutto, le realtà associative ed economiche, i centri del sapere e quelli religiosi, le istituzioni, i poli tecnologici, amministrativi e quelli giuridici, le forze della cultura e della creatività.

Prima di ogni cosa, quindi, la città è il luogo del dialogo, del confronto e dell’innovazione, dove un’idea si trasforma in scelte, progetti e realizzazioni. Non dobbiamo avere paura di rischiare e metterci in gioco, perché ogni proposta – anche quella scartata - è un passo verso l’obiettivo, e le provocazioni sono benvenute in quanto tappa di un risultato futuro. D’altra parte, è così anche nella vita.

Vi ricordate la spiaggia in centro città presentata su questo palco l’anno scorso da Alessio Petralli? Se ne continua a parlare ancora oggi e questo è un bellissimo esempio di un pensiero che circola, crea un dibattito che a sua volta genera nuove idee.

Ci siamo interrogati spesso, nel 2019, sull’identità di Lugano, un centro urbano nato dalla somma dei suoi 21 quartieri e villaggi, a seguito di una serie di fusioni iniziate nel 1972 e terminate (per ora) nel 2013. Sappiamo che la forza di un’identità è data da almeno due componenti: da un lato quella sociale, ossia la capacità di accogliere e integrare le diversità e le specificità siano esse amministrative (e penso ai quartieri) o culturali (e penso alle 143 nazionalità che compongono il mosaico della popolazione luganese). Il secondo aspetto forte dell’identità è legato al territorio.

Ci possiamo riconoscere tutti nel paesaggio da cartolina del golfo di Lugano, con il Brè e il San Salvatore a fare da benevole sentinelle. Lo stesso si può dire per i boschi della Valcolla o i nuclei di Gandria e Carona, anche se abitiamo a Breganzona o in Centro: tutte queste sfaccettature ci appartengono e ci sono familiari.

Un altro elemento legato al territorio che crea identità è lo spazio pubblico. L’ho già detto: la qualità di una città si misura dall’importanza che i suoi amministratori danno allo spazio pubblico, ossia quegli spazi aperti accessibili a tutti, dove si transita per necessità o si sosta per motivi diversi. Piazze e piazzette, marciapiedi, parchi, giardinetti e aiuole, scalinate, percorsi e sottopassaggi, zone di incontro, strade...

Questi luoghi concorrono a definire il volto alla città e, soprattutto, danno qualità al vivere comune, regalano esperienze e creano memorie per il futuro. Pensiamo alla piazza del LAC, che ha ridato vita a un’area della città prima considerata marginale, ma anche alla Hall del LAC, aperta gratuitamente a molti pubblici. Il polo culturale di cui il LAC è l’epicentro è cresciuto e si è consolidato, raggiungendo tutte le fasce della popolazione – anche i giovani e i bambini – e favorendo anche le iniziative private (-1, MUSEC, + Fondazione Braglia, Museo in erba, Gipsoteca Giudici).

Pensiamo al nuovo Campus universitario a Viganello, dove sta sorgendo una nuova piazza pubblica della dimensione di Piazza della Riforma o, ancora al Polo sportivo e degli eventi a Cornaredo, in un quartiere che sta cambiando volto. Sarà dato maggiore spazio al trasporto pubblico, sarà attraversato da percorsi ciclo-pedonali, ci saranno aree verdi, tutti gli sport o quasi saranno praticabili in sicurezza. Quest’anno sono state gettate le basi per concretizzare il progetto nei tempi previsti. (+ bilancio CMN). Pensiamo anche alla stazione di Lugano, con il suo meraviglioso balcone aperto sulle montagne e il lago dove tanti giovani sostano quotidianamente. E vogliamo dimenticare la foce? Nelle stagioni miti è diventata un luogo di ritrovo e relax per eccellenza.

Pensiamo, ancora, al centro con la nuova pavimentazione e la priorità data ai pedoni, e spingiamoci fino a immaginare un centro pedonalizzato, un lungolago più a misura d’uomo... Potrei continuare ancora, ma l’essenziale per ora è che io sia riuscito a farvi intravedere una città che mi appare già bellissima e mi fa sognare. Potrei parlare ancora a lungo degli spazi pubblici della nostra città, grandi e piccoli, previsti e in corso di realizzazione: sono una parte del disegno di una città che ha
molte sfaccettature. Ma oggi con noi ci sono due ospiti molto importanti, che continueranno a parlarci di Lugano, una città dinamica e entusiasmante, impegnativa, con finanze finalmente equilibrate e previsioni positive.

Luca Gambardella, che interverrà dopo l’esibizione di danza, è il direttore di un importante istituto di ricerca sull’intelligenza artificiale, ma è tutt’altro che uno scienziato noioso. Fate un salto nel tunnel pedonale di Besso e vedrete un’istallazione interattiva di corde colorate, connessioni e schermi LED. È “NeuralRope1”, un’opera di arte urbana concepita proprio da Luca Gambardella in collaborazione con l’artista Alex Dorici.

Questo progetto è una delle molte iniziative che la Città sostiene o promuove o realizza o patrocina nel settore delle tecnologie innovative, grazie a Lugano Living Lab, la piattaforma nata lo scorso anno in collaborazione con USI e SUPSI, cui hanno aderito molte aziende private. Con l’obiettivo, in particolare, di rendere accessibile al più ampio pubblico attività legate alla cultura dell’innovazione e renderne beneficiari i cittadini, sia dal punto di vista dell’educazione e della formazione, sia per le applicazioni pratiche. Ma scopriremo insieme la città vista attraverso gli occhi dello scienziato. Anche il secondo ospite mi sta molto a cuore. Oggi assisteremo a una cerimonia dentro la cerimonia. La Città di Lugano, infatti, ha ottenuto la certificazione Città dell’energia e fra poco ci sarà consegnato ufficialmente il noto marchio blu dalle
mani di Ulrich König, l’ambasciatore dell’Associazione Città dell’energia.

Sono davvero fiero del fatto che Lugano abbia ottenuto questo riconoscimento, non casuale ma ricercato con determinazione. Infatti, l’ambiente legato alla qualità di vita è una delle aree prioritarie indicate dalle Linee di sviluppo 2018 2028 della Città.

Questa attenzione si è tradotta in strategie, obiettivi e azioni concrete per attivare politiche settoriali sostenibili nei settori del clima, dell’ambiente e della mobilità. Siamo, infatti, consapevoli che ogni piccolo gesto della cittadinanza e dell’amministrazione è importante per ottenere risultati non solo a livello locale, ma nell’ottica di un impegno che si affianca a quello delle altre città ticinesi, svizzere ed europee.

A nessuno è sfuggito il movimento per il clima: anche a Lugano vi è stato lo sciopero degli studenti davanti a Palazzo Civico. Le loro istanze sono state ascoltate e questa certificazione lo prova. Non da ultimo, vorrei ricordare i valori più importanti che legano una comunità e guidano l’operato dell’autorità politica: la coesione sociale, l’accesso per tutti all’educazione e alla formazione, la solidarietà, l’integrazione delle diversità... Sono, queste, anche le condizioni per progredire economicamente e garantire il benessere e la qualità di vita della popolazione. Sono principi che il Municipio di Lugano persegue costantemente.

Mi fermo qui con un’ultima osservazione.

Avete trovato sulle vostre poltrone un semplice omaggio della Città, la nostra borsa di tela da portarvi a casa con un augurio per il nuovo anno, a cui aggiungo il mio personale e di tutto il Municipio: quello di affrontare il 2020 con speranza, positività, forza, salute, gioia e buon umore!"

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