Il discorso del sindaco di Lugano alla cerimonia di Capodanno: "Stiamo progettando una realtà urbana completa in tutte le sue componenti"
LUGANO – Le prime ore del 2019 a Lugano sono state contraddistinte da scambio di auguri e facce sorridenti. Non poteva mancare, ovviamente, la tradizionale cerimonia di Capodanno con il corteo delle autorità e delle associazioni cittadine da Piazza Riforma a Palazzo dei Congressi, dove si ha avuto luogo la parte ufficiale.
A prendere la parola prima di tutti è stato il sindaco di Lugano Marco Borradori che dopo aver salutato e ringraziato i presenti ha voluto tracciare il punto della situazione tra passato, presente e futuro.
Di seguito il discorso integrale di Marco Borradori:
"La cerimonia di Capodanno ha per me una duplice valenza. La prima è politica, e consiste nel fare un bilancio dell’anno passato e disegnare una prospettiva futura. Il secondo valore, cui tengo altrettanto, è umano, e vuole riconoscere il legame che c’è tra tutti noi, ossia l’aspirazione a una vita positiva, sia individuale sia collettiva. Quando le cittadine e i cittadini vanno a votare esprimono anche il desiderio di vedere compiuta questa aspirazione. Essi scelgono i propri rappresentanti certi che questi opereranno per un Bene superiore e che, nonostante le differenze dei programmi politici, sapranno realizzare progetti e assicurare condizioni di base tali da favorire il massimo benessere possibile per tutti.
La società, l’economia, la politica, le arti e le scienze, la vita di ogni persona: tutto è immerso in un percorso di crescita e di cambiamento continuo. In questo cammino, che tende verso il bene comune, “responsabilità” è una parola-chiave: essere responsabili significa fare la propria parte, non tirarsi indietro e rispondere con le proprie azioni e le proprie idee, alle sfide quotidiane. Quando si lavora per una città appare, evidente che “nessun uomo è un’isola”. “Quello che faccio – scriveva Thomas Merton nel suo saggio del 1955 – viene dunque fatto per gli altri, con loro e da loro. Ma a ognuno di noi rimane la responsabilità della parte che egli ha nella vita dell’intero corpo”. Pensate alle vostre famiglie, all’essere madri, padri e figli; pensate al vostro team di lavoro; agli amici; all’associazione in cui siete attivi. In ogni ambito della vita quotidiana siamo parte di qualcosa, di un organismo più grande. Ogni nostra azione si ripercuote sugli altri e ogni moto della società influenza il nostro singolo agire.
Avrete ormai capito dove voglio arrivare: l’individuo e la famiglia sono le prime componenti, i tasselli più importanti di quel grande complesso pulsante che è la città. Così come, d’altro canto, anche la Città è un’entità che si riconosce in una dinamica di collaborazioni sia orizzontali, con gli altri Comuni, sia verticali, con il Cantone e la Confederazione. Non è un caso se nelle prime linee direttive che la Città di Lugano si è data, nel 2015, poi attualizzate quest’anno, abbiamo posto al centro di tutta la riflessione, al centro di tutto l’operato dell’amministrazione e del Municipio, proprio il cittadino. Questo principio implica una coerenza in ognuna delle molteplici azioni proprie del governare. Il nostro operato mira quindi a consolidare e rinsaldare l’identità di Lugano promuovendo una società capace di condividere, favorendo una crescita economica sostenibile e riconoscendo la dignità di ognuno, nessuno escluso.
A questo proposito, cito ad esempio il tema del volontariato, il cui contributo alla coesione sociale è importantissimo. Ebbene, la linfa del volontariato in città scorre abbondante. Oltre 900 enti, associazioni e gruppi coordinano il lavoro di migliaia di volontari, attivi in tutti gli ambiti, dal sociale, al culturale, allo sportivo. Questa generosità rappresenta una ricchezza inestimabile e un vero sostegno per l’ente pubblico, oltre che la dimostrazione di un tessuto sociale sano. Un altro segnale di una città attenta e responsabile è la vita dei quartieri e le attività che vi si svolgono, sia spontanee sia promosse dalle Commissioni di quartiere in collaborazione con la Città, associazioni, enti e privati. I frutti sono, a mio parere, spettacolari. Ecco qualche esempio, anche se certamente non esaustivo: in molti quartieri si organizzano incontri settimanali a favore degli anziani, preasilo gestiti dalle mamme e biblioteche (abbiamo inaugurato anche diverse bibliocabine); si fanno lezioni di ginnastica dolce per gli abitanti e corsi di recupero per i ragazzi; è stato dato il via al progetto del Caffè Quartiere a Breganzona, sulle orme di quelli di Pregassona e Molino Nuovo; è stato approvato il concetto di case di quartiere e si sta lavorando insieme per la creazione di nuovi spazi condivisi su tutto il nostro territorio; con Pregassona e Molino Nuovo è stata elaborata la prima fase del Progetto quartieri sostenibili; e a Valcolla è partita l’iniziativa per un repertorio toponomastico della regione con il Centro di dialettologia cantonale... e molto altro ancora.
Questo capitale di partecipazione dei cittadini alla creazione di una città più bella, vivibile e accogliente è quanto di più prezioso ci sia. Parlando di partecipazione, non posso non citare un dibattito che molto ha fatto parlare quest’anno, quello fa i commercianti e la Città, sfociato in una serie di misure, ma soprattutto in un confronto di idee a mio parere molto salutare. (…) E, passando da un capitale all’altro, non si può tacere che il punto di partenza per sostenere tutte le politiche settoriali, da un lato, e per investire in progetti di sviluppo per una crescita futura, dall’altro, occorre avere delle finanze solide. Il preventivo 2019 ha sostanzialmente confermato il pareggio di gestione, permettendo al Municipio di raggiungere l’obiettivo di risanamento prefissato. Il prossimo obiettivo sarà quello di procedere a una graduale ma costante riduzione dell’indebitamento.
Un ringraziamento al rigoroso “ministro delle finanze” e a tutti i colleghi di Municipio: senza il supporto di questa squadra non sarebbe stato possibile raggiungere un risultato che nel 2014 sembrava un miraggio. Come sapete, la cerimonia di Capodanno è un momento di amicizia, divertimento e riflessione. Ogni anno invitiamo su questo palco un ospite d’onore, una persona mossa da passione, lungimiranza ed entusiasmo. L’ospite di quest’anno è Alessio Petralli, noto linguista, fra i primi sostenitori dell’Università della Svizzera italiana, e direttore della Fondazione Möbius Lugano per lo sviluppo della cultura digitale, di cui ho l’onore di essere presidente. Quando gli abbiamo chiesto la disponibilità a essere con noi oggi, oltre ad accettare con entusiasmo, ha detto una cosa fondamentale e bellissima: “Quello che mi muove è l’amore per Lugano”. È una dichiarazione di cui gli sono infinitamente grato, perché penso che questa – l’amore - sia una voce di bilancio che non abbiamo ancora inserito nei nostri preventivi ma che fa la vera differenza.
Mi piace immaginare la Lugano di domani come una “città innovativa, aperta, polo di riferimento fra nord e sud delle Alpi, con una propria identità fondata su valori comuni e attenta alla valorizzazione delle peculiarità e delle diverse realtà sul territorio”. Questa è la Visione che ci siamo dati nelle nostre con Linee di Sviluppo e che perseguiamo con molta determinazione.
Nel concreto, partendo proprio dalla Visione, dalla Missione e dai Valori della Città, stiamo progettando una realtà urbana completa in tutte le sue componenti:
- il polo turistico-congressuale al Campo Marzio, per promuovere e rafforzare una risorsa economica importante; - il polo sportivo e amministrativo nel Nuovo Quartiere di Cornaredo, per ancorare nei fatti la nostra vocazione di Città dello sport e la ricerca di un’organizzazione amministrativa ottimale;
- il polo della scienza, in rete con il mondo accademico e quello aziendale, per cogliere le opportunità della biomedicina e creare un ecosistema virtuoso;
- un’offerta culturale consolidata, con il LAC quale piattaforma di un polo dell’arte diffuso e aperto a piccole e grandi creatività;
- un sistema sociale capace di sostenere le fragilità delle fasce più deboli;
- spazi pubblici numerosi e accoglienti, dove la pedonalizzazione non sia vista come un nemico ma come un’opportunità (riqualifica del centro, MasterPlan per il Lungolago);
- un traffico ridimensionato, rispettoso della mobilità lenta (piste ciclabili, implementazione delle linee del trasporto pubblico, la Rete tram-treno);
- centri scolastici e case anziani funzionali e luminosi, veri luoghi di educazione e accoglienza (in edificazione la nuova casa per anziani di Pregassona, nel futuro le nuove scuole di Molino Nuovo, Sonvico e Viganello);
- quartieri valorizzati, quali prima cellula dell’impegno e dell’attenzione al territorio (progettazione partecipata per la revisione del Piano regolatore di BrèAldesago);
- un paesaggio preservato, vero asset per il turismo e la qualità di vita;
- un’attenzione maggiore all’ambiente e agli spazi pubblici (riqualifica dei parchi, tassa sul sacco, label Città dell’energia - che ci siamo prefissati di ottenere entro il 2020 -, Ordinanza contro l’inquinamento luminoso, campagne di sensibilizzazione contro il littering in particolare e il rispetto della convivenza nello spazio pubblico in generale...).
Il tutto grazie a una Città più efficiente e digitalizzata che, prima con il PNA (Progetto Nuova Amministrazione) e poi con il nuovo ROD (Regolamento organico dei dipendenti), si sta sempre più avvicinando al cittadino con competenze e prestazioni mirate e di alto livello. Colgo qui l’occasione per ringraziare anche tutte le collaboratrici e i collaboratori della Città, per il loro ruolo nell’accogliere e sostenere le riforme intraprese. E non è tutto.
Quest’anno abbiamo anche avviato una riflessione puntuale sul tema dell’innovazione. In questo ambito è in atto una vera, rapidissima, rivoluzione sociale, culturale e tecnologica, che la Città di Lugano vuole essere in grado di indirizzare, non di subire. Perciò, abbiamo avviato una riflessione sia con istituzioni accademiche di eccellenza attive sul nostro territorio, sia portando il dibattito sui mezzi d’informazione di oltre Gottardo. Anche in questo settore, una presa di coscienza consapevole è un atto di responsabilità. Fondamentale, per noi, è tenere ben presente che l’obiettivo non può che essere quello già enunciato pocanzi: migliorare il benessere e contribuire a una qualità di vita superiore per tutti, generare inclusione, cogliere l’opportunità per promuovere, grazie alla crescita economica, il progresso sociale.
Questo è il mio auspicio per il 2019, che possiamo essere tutti insieme, parte di una crescita rispettosa della dignità di ogni individuo, costruttori di reti e di relazioni, godendo appieno del percorso e delle esperienze che incontriamo lungo la via.