Il presidente di GastroTicino e vicepresidente di GastroSuisse: "Fatti del genere gettano discredito sull'intera categoria dei ristoratori"
LUGANO - Più che un commento sullo scandalo dei “furbetti del prosciutto” (leggi l’articolo correlato), il presidente di GastroTicino e vicepresidente di GastroSuisse, Massimo Suter, esprime una condanna.
Una ferma condanna, dice a liberatv, nei confronti di “questi pseudo-colleghi che tramite il contrabbando di carne e altri generi alimentari hanno violato la legge e gettato ombre su un settore, quello della ristorazione, che già troppo spesso è messo alla berlina e finisce alla ribalta per questioni negative. Bollino rossissimo, quindi, nei confronti di questi signori!”.
Suter non conosce i dettagli del caso e nemmeno sa chi siano gli esercizi pubblici finiti nel mirino dell’Amministrazione federale delle dogane, ma rilancia il tema dei prezzi eccessivi delle materie prime con i quali i ristoratori svizzeri sono confrontati.
“È chiaro che il problema va ricercato anche qui, nei costi esorbitanti della carne, per esempio, ma anche di altri generi alimentari, e probabilmente la prospettiva di risparmiare un 40/45% sui prezzi d’acquisto importando merce di contrabbando dall’Italia ha fatto gola a chi ora si trova sotto inchiesta. Una risposta stiamo cercando di darla noi, come GastroSuisse, con l’iniziativa sui prezzi equi che si sta discutendo a Berna”.
Spero che la triste vicenda emersa oggi, conclude Suter, serva da esempio “e che non ci siano altri colleghi o presunti tali che si comportano in questo modo gettando discredito su una categoria che ogni giorno si impegna e lavora seriamente”.