L'esperto Grégoire Meier sul caso del pitone reale smarrito a Minusio: "Può sopravvivere al freddo per settimane. Le critiche? In Ticino non si è abituati all'idea di avere un serpente in casa, ma..."
MINUSIO – Un pitone reale Bumblebee dalla lunghezza di circa 50 centimetri è si è smarrito da qualche giorno a Minusio. L’annuncio, inizialmente pubblicato e poi rimosso dalla Società Protezione animali Locarno e Valli (SPALV), ha creato qualche preoccupazione tra gli utenti di un gruppo Facebook riservato alla popolazione del Locarnese, nonostante le premesse che “il bumblebee non è un serpente mordace e nemmeno velenoso”.
Tra chi si chiedeva “che senso ha tenere un animale così chiuso in casa” e chi lamentava “più sensibilità”, abbiamo chiesto un parere all’erpetologo e responsabile del blog ‘Serpenti del Ticino’ Grégoire Meier. “Innanzitutto – premette – bisogna dire che non è il caso di allarmarsi. Posso comprendere che qualcuno abbia paura, ma parliamo di un serpente innocuo e non aggressivo. Inoltre, a causa delle rigide temperature, – nel caso si trovasse all’esterno dell’abitazione – potrebbe avere i riflessi rallentati. I pitoni reali sono animali duri a morire, anche in condizioni a loro sfavorevoli. Nel caso in cui si trovi al freddo può essere che si prenda una polmonite e il suo metabolismo si rallenti, ma dovrebbe poter riuscire a sopravvivere per qualche settimana. È anche vero che, essendo un animali proveniente dall’Africa centrale, necessita di vivere a temperature elevate e sotto i 18° non vive nelle migliori condizioni”.
Secondo l’esperto, però, è probabile che “il serpente si sia nascosto in qualche angolo della casa” poiché “visto il freddo non ha, per natura, lo stimolo di uscire dal terrario. Dove guardare? I primi posti che mi vengono in mente sono sotto i mobili, sotto al frigorifero o in qualche armadio. Non conoscendo bene la vicenda e l’abitazione è ovviamente complicato esprimersi con cognizione di causa”.
Sulle polemiche tra gli utenti del web, Meier si è fatto un’idea piuttosto chiara. “Io per primo – continua – ho dei serpenti in casa. A mio avviso, è una questione culturale e di etica. In Ticino non ci si è ancora abituati all’idea di avere dei serpenti in casa, ma è la stessa cosa e lo stesso principio di avere un cane al guinzaglio e far correre un cavallo con un ferro in bocca. Mi chiedo perché se scappa un cane o un gatto si preoccupano tutti condividendo gli annunci in massa, mentre se scappa un serpente, perlopiù non velenoso, si crea il panico generale”.