Intervista al giornalista di Teleticino che commenta l'accordo raggiunto tra i due Paesi sulla "guerra commerciale" in atto da un anno e mezzo
Alfonso Tuor, come giudichi l’accordo sui dazi raggiunto tra Cina e Stati Uniti?
“A mio avviso si tratta di una tregua e basta. Sono infatti stati affrontati i problemi più semplici, rimandando a una seconda fase i veri nodi della “guerra commerciale” in atto tra i due Paesi. Per il momento è finita la minaccia di una pericolosa escalation”.
Cosa prevede in sintesi l’accordo?
“Regole più stette sulla proprietà intellettuale in Cina, l’impegno dei cinesi a comprare almeno 200 miliardi di beni e servi e soprattutto di derrate alimentari dagli Stati Uniti. Per parte americana restano in vigore i dazi su 360 miliardi di beni cinesi, mentre per quanto riguarda l’ultima tranche di dazi prevista da Donald Trump, gli stessi sono stati dimezzati"
Parlavi dei veri nodi rinviati a una seconda fase. Qual è il principale?
“Il problema più grosso sono i sussidi dello Stato cinese alle industrie”.
In questi casi ci si fa sempre la domanda: chi ha vinto e chi ha perso da questo accordo?
“Oggi può sembrare una vittoria americana, a lungo termino non credo. Trump pensa a novembre, alle prossime elezioni, i cinesi un po’ più in là”.
Spiegati meglio.
“Per i cinesi l’importante è tirarla per le lunghe - anche facendo delle concessioni come è stato fatto in questo accordo - ed evitare un escalation. Per Trump, invece, era importante dare una risposta agli Stati la cui economia è fondata sul settore agricolo, dove gode di un importante sostegno elettorale. Oltre a poter dire a tutta la nazione che lui ha raggiunto una accordo con la Cina, gli altri no”.
Perché per i cinesi è importante tirarla per le lunghe?
“Perché sono in una fase di ripresa e, se disinnescano questa guerra, per loro è indubbiamente un vantaggio”
Come hanno reagito le borse?
“È come se avessero dato per scontato questo accordo. È salita sia la moneta che la borsa cinese, quindi l'intesa è stata giudicata positivamente laggiù. Anche a Wall Street è andata bene, ma andava bene anche prima”
E per noi europei è una buona notizia?
“Sì perché se la Cina riprende a crescere, le esportazioni aumentano. Anche se molti temono che ora Trump si concentri sull’Europa, in particolare su Germania e Francia. Quindi calma e gesso”.
Questa guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti dura da circa un anno e mezzo. Ora che si è giunti a un primo accordo che bilancio trarne? A fatto bene Trump a scatenarla?
“A livello politico per Trump è stata senza dubbio una mossa corretta. Dal profilo strategico direi che gli Stati Uniti hanno rotto gli indugi individuando la Cina come vero e unico antagonista sulla scacchiera mondiale. Mentre per il resto del Mondo questo braccio di ferro non è senza dubbio positivo, ma neppure catastrofico come molti profetizzavano esagerando un po' ”.
AELLE