Scintille tra il consigliere comunale UDC e il presidente del Rabadan a confronto a TeleTicino
MELIDE – All’edizione 2020 del Rabadan mancano poco più di due settimane. Le polemiche, però, sono già iniziate da tempo. O meglio, da quando il consigliere comunale UDC Tuto Rossi si è scagliato contro la novità promossa dal comitato organizzativo: quella di introdurre il bicchiere riutilizzabile ecologico giudicato “pericoloso e schifoso” dall’esponente dell’UDC (vedi articoli suggeriti).
Secondo Rossi, “il nuovo bicchiere è pericoloso per la salute perché è praticamente impossibile che i camerieri non confondano i bicchieri; così alla fine del carnevale ci ritroviamo tutti a fare la fila al Pronto Soccorso con tanti bei herpes sulla bocca (...)”. In occasione della puntata di ieri del TgTalk su TeleTicino, il conduttore Sacha Dalcol ha messo a confronto Tuto Rossi con il presidente del Rabadan Flavio Petraglio.
Nel corso del dibattito, Rossi ha rincarato la dose: “Con il bicchiere ‘ecologico’ si è fatto il primo passo per ammazzare il Rabadan, di cui sono sostenitore. Solo i maiali bevono per una settimana dallo stesso recipiente, che si chiama trogolo. Non credo che il bicchiere in questione sia ecologico, visto e considerato che arriva da una ditta italiana. Le tre tonnellate di bicchieri che sono stati acquistati sono stati trasportati da un TIR....”.
Così, invece, il presidente Petraglio: "Capisco le polemiche e le ritengo legittime. È sempre così quando si tratta di novità. Noi, come Rabadan, non obblighiamo nessuno: è una possibilità che diamo agli avventori per aiutarci nella riduzione dell’inquinamento. Dobbiamo considerare che durante i sei giorni di carnevale a Bellinzona si producono circa 40 tonnellate di rifiuti. Non sono pochi… Poi, chi non volesse utilizzare il bicchiere ecologico è libero di consumare le bevande nei classici bicchieri biodegradabili, esattamente avveniva nelle scorse edizioni”.
Sulla questione del chip inserito nel contestato bicchiere, Petraglio spiega che “noi non controlliamo niente e nessuno. La privacy è garantita e, anche in questo caso, la scelta finale spetta all’utilizzatore”. "È vero che si tratta di una scelta volontaria dell'utente quella di collegarsi alla App, e quindi di attivare il chip. Tuttavia chi lo fa, deve sapere che cede i suoi dati. E se un domani una cassa malati dovesse andare dalla piccola ditta italiana e mettere sul tavolo 50'000 Euro per queste informazioni, non so come andrebbe a finire..."
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