Luganese e Mendrisiotto i distretti più colpiti. Tutti gli autori delle rapine a danno delle stazioni di servizio sono stati arrestati
TICINO – Dopo l’importante diminuzione delle rapine osservata nel 2018 in Ticino, il 2019 registra una stabilità data dall’efficacia delle misure intraprese per contrastare il fenomeno. Nel corso dell’anno si sono contate 34 rapine (33 nel 2018), occorse prevalentemente sulla pubblica via.
La violenza fisica e/o la minaccia è stata impiegata da poco più della metà dei protagonisti, in due casi su 10 è stata impugnata un’arma bianca e in altrettanti casi un’arma da fuoco. I distretti più colpiti sono stati il Luganese e il Mendrisiotto. Si è rilevato un incremento delle rapine a danno delle stazioni di servizio (6) per le quali sono stati identificati e arrestati tutti gli autori. Il tasso di chiarimento è alto e si attesta al 57%. In totale sono stati 48 gli autori materiali; 31 di questi sono stati identificati, 24 sono stati arrestati mentre per altri 7 sono stati emanati degli ordini di arresto nazionali e/o internazionali.
Per quanto riguarda invece gli omicidi, lo scorso anno se ne contano 2 (1). Il 2019 è stato segnato da alcuni eventi particolari, tra questi l’attacco con sequestro di persona ad un furgone portavalori avvenuto a Molinazzo di Monteggio. Lo stesso mezzo è poi stato impiegato dai malviventi per darsi alla fuga con ostaggio il conducente, rinvenuto legato e in buone condizioni a bordo del veicolo in Italia. Gli importanti risultati nelle attività di contrasto sono stati da un lato ottenuti, come negli anni passati, grazie alla buona collaborazione con le autorità di altri Cantoni, con quelle federali e internazionali (prevalentemente italiane). Dall’altro invece grazie alla prevenzione, alla presenza capillare sul territorio nonché al notevole tasso di delucidazione dei casi che hanno avuto un effetto dissuasivo su possibili autori di reato.
I reati violenti, sulla base della classificazione fatta dalla statistica criminale, sono ulteriormente diminuiti (1'655, -1%) per effetto principalmente di quelli di poca entità, numericamente preponderanti (1'048), e delle minacce (530). In relazione agli atti di violenza gravi, nel 2019 sono aumentati da 55 a 77. Fra questi figurano gli omicidi (8 inclusi i tentati) e le lesioni personali gravi (47). Lo scorso anno si sono registrati due omicidi: in aprile una giovane cittadina britannica, giunta in Ticino con il compagno per una breve vacanza, è stata rinvenuta priva di vita nella camera che la coppia occupava in un albergo di Muralto. A fine dicembre, all’interno di una pensione con alloggio di Viganello, una violenta lite tra alcuni ospiti ha portato alla morte di un uomo. Le relative inchieste sono tuttora in corso per appurare l’esatta dinamica e le responsabilità delle persone coinvolte.
Altri episodi avrebbero potuto concludersi con esiti altrettanto gravi: a Locarno, nel corso di una discussione legata a un debito in denaro per questioni di stupefacenti, un uomo ne ha ferito al collo un altro con un coltello. A Cimadera, a causa di problemi di vicinato, un uomo ha aggredito la vittima con la parte piatta della lama di un’accetta. Per quanto riguarda l’attività della Sezione TESEU, le persone che nel 2019 si sono annunciate per l’esercizio della prostituzione sono state 260.
Le nazionalità più rappresentate sono quella rumena (52%), italiana (35%) e spagnola (6%). Le persone attive giornalmente sono stimate in circa 320. Nel corso dei controlli di polizia, effettuati sia nei locali sia negli appartamenti situati su tutto il territorio cantonale, in particolare nel Sottoceneri, è stata verificata la posizione di 303 persone. Di queste 20 sono state denunciate per esercizio illecito della prostituzione per aver omesso di annunciarsi alla Polizia cantonale o per aver praticato la prostituzione in luoghi non autorizzati, e una quarantina per infrazione alla Legge sugli stranieri.
Le verifiche e i regolari contatti hanno permesso di individuare alcune potenziali vittime di tratta di esseri umani o di sfruttamento della prostituzione, ma non sono emersi elementi sufficienti per l’apertura di un procedimento penale. Il 31 dicembre 2019 in Ticino vi erano 8 locali autorizzati dalle autorità comunali per l’esercizio della prostituzione e si stimavano circa 95 appartamenti occupati da persone dedite alla prostituzione.
Allo stato attuale, e con il termine del periodo di transizione per l’applicazione della rinnovata Legge sull’esercizio della prostituzione (LProst) del 22 gennaio 2018, i locali erotici autorizzati (LProst art 6) sono 9 e gli appartamenti notificati che non necessitano autorizzazione (LProst art 14) sono 15. Altri appartamenti, sparsi sul territorio, in cui potenzialmente è ancora esercitata illegalmente la prostituzione, sono oggetto di controlli e denunce da parte della Polizia cantonale nonché di segnalazione alle Autorità comunali per le decisioni concernenti il ripristino della destinazione edilizia. È continuata l’attività d’inchiesta contro il fenomeno dello sfruttamento della forza lavoro (“caporalato”). La Polizia cantonale ha infatti collaborato con il Ministero pubblico, i sindacati, le commissioni paritetiche, l’Ufficio dell’ispettorato del lavoro e l’Ufficio sorveglianza mercato del lavoro nell’analisi delle informazioni e nel perseguimento penale.
Per reati quali l’usura, l’estorsione, la truffa, la falsità in documenti, l’infrazione alla Legge federale sull’assicurazione contro la disoccupazione e le infrazioni alla Legge sugli stranieri, sono state arrestate 2 persone mentre altre 2 sono state denunciate a piede libero. Sono una trentina invece le vittime identificate. Infine, il lavoro del Gruppo Interforze Repressione Passatori (GIRP) è proseguito per quanto concerne il monitoraggio del fenomeno dello sfruttamento dei flussi di migranti clandestini e dei richiedenti l’asilo.
In quest’ambito grazie all’efficace collaborazione con le Guardie di confine sono state fermate 40 persone. Quest’attività ha portato all’arresto di 26 persone, denunciate per infrazioni al codice penale e alla Legge sugli stranieri, rispettivamente per usura, aiuto all’entrata e al soggiorno illegale. I migranti trasportati da questi passatori sono risultati essere 170.