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L'uomo Rangnick non allenerà il Milan, fiducia a Pioli. Sciarini: "Conferma meritata, ma società senza idee chiare"
Il capo redattore Sport di TeleTicino commenta la decisione del club rossonero: "Sorpreso. Ma non vorrei che..."

LUGANO/MILANO – L’uomo Rangnick non sbarcherà a Milano. O meglio, lo ‘stratega del calcio’ non allenerà il Milan la prossima stagione, come da previsioni e voci in circolo già da gennaio. È (quasi) una mossa a sorpresa, quella attuata dalla dirigenza rossonera che ha deciso di estendere la fiducia a Stefano Pioli rinunciando, di fatto, all’ingaggio di Ralf Rangnick, attuale responsabile dello sport e dello sviluppo del gruppo Red Bull.

La decisione ufficiale è arrivata l'altro ieri, al termine del confronto tra il Sassuolo e il Milan che ha visto il “Diavolo” allungare la striscia di vittorie consecutive. Risultati che, dalla ripresa post-Covid, proiettano i rossoneri in cima alla classifica delle formazioni più performanti. “Il club – si legge in una nota – annuncia di aver raggiunto un accordo con Stefano Pioli per l'estensione di due anni del suo contratto come allenatore della prima squadra maschile, che pertanto scadrà a fine giugno 2022. Stefano è approdato alla guida tecnica del Milan nell'ottobre 2019 con un accordo fino al termine della stagione. Ha saputo gestire brillantemente sia il blocco dovuto alla pandemia da Covid-19 che il riavvio della stagione in corso, con un approccio concreto e positivo, facendo crescere tutta la squadra”.

I risultati ottenuti da Pioli hanno convinto la dirigenza nel fatto che cambiare guida, allo stato attuale, non avrebbe portato i risultati sperati. “L'AC Milan – fa sapere dal canto suo Rangnick – e io riteniamo, in comune accordo, che non è il momento giusto per una collaborazione. Per questo, tenendo conto della buona evoluzione dei risultati sotto la guida di Pioli, abbiamo deciso insieme che non assumerò alcuna funzione al Milan".

 Della decisione del Milan ne abbiamo parlato con Luca Sciarini, capo redattore sport di Tele Ticino. “Onestamente – dice a Liberatv – sono rimasto sorpreso dalla scelta perché non me l’aspettavo, anche se gli ultimi risultati potevano far pensare a un cambiamento in corsa. La scelta, però, dimostra che la società non ha le idee in chiaro. In questo periodo, continuando a parlare di Rangnick, si è arrivati alle dimissioni – anche piuttosto violente – di Boban, alle dichiarazioni stizzite di Madlini e ai comportamenti pizzosi di Zlatan Ibrahimovic”.

“Ho – continua – avuto l’impressione che lo spogliatoio si è compattato più per non volere Rangnick che per tenere Pioli. Non vorrei fosse così perché adesso, ottenuto lo scopo, si potrebbe andare verso una normalizzazione di quelle che sono le prestazioni del Milan degli ultimi anni, che non sono certo quelle degli ultimi tempi. Detto questo, reputo che Pioli si sia guadagnato e meritato la conferma sul campo”.

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