Intervista al giornalista di Teleticino e grande tifoso rossonero dopo le dimissioni di Leonardo e Gattuso: "Questa svolta s'impone. E per la panchina voto Jardim..."
In 24 ore via Leonardo e Gattuso, entrambi dimissionari. Luca, come leggi da tifoso rossonero e da grande esperto di calcio la rivoluzione in atto al Milan?
“La lettura mi sembra abbastanza semplice. La proprietà ha capito che Leonardo e Gattuso non sono le persone giuste per realizzare il loro progetto e per attuare le linee di politica sportiva che hanno in mente. D’altra parte Elliot ha scelto Ivan Gazidis come CEO: è il loro uomo di fiducia. Ed è quindi naturale che si affidino alle sue valutazioni”.
Quello che preoccupa, però, è che Gattuso e Leonardo non sono stati licenziati ma si sono dimessi. Entrambi hanno deciso di lasciare il club perché ritengono che, con il progetto giovani voluto da Elliot, sarà difficile, se non impossibile, riportare il Milan a grandi livelli. Non è preoccupante?
“Da un lato può essere senz’altro preoccupante perché come milanisti non siamo abituati a un club che porta avanti una politica sportiva come quella dell’Arsenal o del Borussia Dortmund. Non abbiamo l’idea di una società che compra per rivendere e fare plusvalenze. Tuttavia credo che come tifosi dobbiamo concedere a Elliot un paio d’anni. Ricordiamoci che il fondo americano ha salvato la squadra da un fallimento certo e ha trovato una situazione economicamente disastrosa, dovuta all’ultimo periodo dell’era Berlusconi e alle spese pazze della parentesi cinese. Diamo quindi alla proprietà un periodo per risanare i conti e successivamente ne misureremo le ambizioni. Ovviamente se fra due o tre anni, dopo aver sistemato il bilancio, continueranno con la politica sportiva degli under 23, molti milanisti, me compreso, si disamoreranno della squadra”.
Anche perché l’UEFA tiene costantemente il fiato sul collo del Milan, per le violazioni del fair play finanziario. Ogni estate si attende una sentenza per capire che ne sarà del Milan nella stagione successiva.
“Infatti, se per un paio d’anni bisogna risanare i conti, allora sono d’accordo. Penso che dovremo vendere Donnarumma e Suso per cercare subito di fare delle grandi plusvalenze. Poi serviranno persone capaci di calarsi, sia a livello di mercato che di campo, in questa dimensione e cercare di ricostruire una squadra. In questo senso capisco le scelte di Elliot: Gattuso non fa migliorare i giocatori, mentre Leonardo è un personaggio che vuole vincere subito”.
Dici, insomma, che anche per i milanisti è giunto il tempo di togliersi il dente e, seppur con sacrificio, rientrare nei parametri UEFA.
“Certo. Non dimentichiamoci che Elliot è una proprietà passeggera. Il fondo vuole rilanciare il Milan per poterlo rivendere e guadagnarci. Ma questo, nel calcio moderno, non è possibile senza stadio, senza Champions e senza conti in ordine. Come tifosi, quindi, dobbiamo armarci di pazienza. L’importante, a mio avviso, è che il ridimensionamento economico non porti anche a un ridimensionamento delle ambizioni e della mentalità del club. Tante squadre in giro per l’Europa hanno fatto il percorso che noi ci apprestiamo a compiere e, dopo due o tre anni, hanno raggiunto grandi risultati. Questa svolta s’impone anche per il Milan”.
Quindi che fare?
“Bisogna stare vicini al club con la consapevolezza che il percorso non sarà affatto facile. La società, dal canto suo, dovrà essere molto brava a individuare le persone giuste. Parlo sia dell’allenatore che, soprattutto, del direttore sportivo. Non possiamo più permetterci mercati sbagliati”.
Qualche nome?
“Io per la panchina prenderei Jardim. È un allenatore che lavora bene con i giovani e fa giocare bene le sue squadre, oltre ad avere una grande esperienza internazionale”.
Proprietà straniera, CEO straniero, allenatore straniero. Non si rischia, come già accaduto in passato, che il club sbandi per l’assenza di persone che non conoscono il calcio italiano?
“Questo rischio c’è, infatti mi auguro che Paolo Maldini decida di restare. La presenza dell’ex capitano sarebbe fondamentale sia a livello di immagine sia come trade union tra la proprietà straniera e il calcio italiano”
Per finire: sembrano lontani i tempi in cui si ventilava una guerra di Elliot all’UEFA sul fair play finanziario….
“Per mettersi contro il sistema o sei veramente forte o rischi di farti male. Il Milan ha troppi scheletri nell’armadio, in particolare per la parentesi della proprietà cinese. Elliot bada al sodo, non ha a cuore il Milan come noi tifosi. Contano solo i risultati e se questi non vengono raggiunti, non guardano in faccia a nessuno. E a me va anche bene così”.