Tutta la rabbia di un tifoso milanista: "Ho provato a farmi rimborsare l'abbonamento: ecco cosa mi hanno risposto. Ma non sono più disposto a pagare per..."
TICINO – Dopo aver nominato Stefano Pioli come allenatore, l'AC Milan deve ora fare i conti con la rabbia e il malumore dei suoi tifosi. Uno dei momenti più bui della gloriosa società rossonera non ha mancato di sollevare critiche e polemiche anche in Ticino. È notizia di ieri, infatti, che il Milan Club Lugano ha invitato "soci e simpatizzanti a disertare lo stadio e riconsegnare l'abbonamento" (vedi articoli suggeriti).
Ma provare a restituire l'abbonamento serve a poco, anche perché lo stesso Milan fa muro provando a giustificarsi con scuse che non fanno altro che alimentare la rabbia dei tifosi. È il caso di Matteo di Lugano, abbonato dal 1998 a San Siro per seguire il Milan. "Ho – ci racconta – scritto alla società chiedendo di indicarmi la prassi per il rimborso dell'abbonamento. Mi hanno risposto che comprendono le difficoltà dei tifosi in questo particolare momento sportivo, ma sono certi che la fiducia riposta in loro a inizio stagione non verrà meno ora, nel momento in cui la squadra ne ha più bisogno".
"Seguo – continua Matteo – il Milan fin da piccolo. Sono cresciuto con i suoi successi indimenticabili, ma adesso la pazienza è finita. Sono anni che la tifoseria si sente presa in giro. Quest'anno hanno avuto anche il coraggio di aumentare il prezzo dell'abbonamento del 30% e i prezzi dei biglietti per le singole partite sono esplosi. Ma la gente deve davvero pagare 150 euro un biglietto per vedere giocare Rodriguez che non sa fare altro che retropassaggi al portiere?".
Su Pioli, Matteo racconta quello che sembra essere il sentimento predominante dei tifosi rossoneri: "Pioli è sicuramente una brava persona. A Firenze umanamente è stato esemplare dopo la tragica morte di Astori e ha compattato il gruppo in un momento difficile. Semplicemente non lo reputo da Milan. Non è lui l'uomo che può riportare il Milan al suo livello, anche se considero giusto mandare via Giampaolo che viveva in una sorta di confusione totale".
E ancora: "Pioli è solo l'ultimo della lista di allenatori mediocri, inadatti e senza mai aver vinto nulla ad allenare il 'Diavolo' negli ultimi anni". Quale, allora, il nome giusto per questo Milan? "Nessuno. Il pesce puzza dalla testa e al Milan regna la confusione. Fino a quando non si sistemano i guai societari sarà davvero dura...". La società non è quindi esente da colpe? "Perché esiste una società? (ride ndr). Sono dieci anni che non abbiamo niente. Berlusconi ha avuto la brillante idea di vendere a un fondo speculativo, il quale ha dato la società a dei fantomatici cinesi che hanno sperperato 250 milioni acquistando 'comodini' con il duo fiabesco Fassone e Mirabelli. Dico solo che sono riusciti a dare la fascia da capitano, che era di Rivera Baresi e Maldini, a Bonucci appena arrivato dalla Juventus".
"Il Liverpool – solo per fare un esempio – con 220 milioni ha vinto una Champions League. Ora, grazie a questi due 'geni' il fairplay finanziario ci sta addosso". Il tifosissimo milanista nel suo sfogo parla poi della questione stadio. "Tutto il mondo ci invidia San Siro. È vero, magari ha bisogno una ristrutturata ma poco importa se non ha al suo interno un supermercato o la suite dove puoi guardare la partita dal letto. Lo stadio è dei tifosi che lo vivono. Ma questi personaggi sono già stati all'Old Trafford o al Camp Nou? Hanno per caso visto un supermarket?".
"La prima volta che andai allo stadio era il 1988: il Milan vinse 2-0 contro il Torino (doppietta di Van Basten, ora gioca Suso...) e pagai il biglietto al terzo anello verde 10.000 lire. Poi i primi abbonamenti erano al terzo anello, perché da studente non potevo andare al secondo o al primo. Un terzo anello che rappresentava il Milanismo allo stato puro, tanti padri con i figli, studenti, gente della working class, i Casciavit. Quelli che non potevano spendere cifre maggiori per il Milan ma innamorati della prima squadra di Milano. Poi iniziando a lavorare sono andato al secondo pagando una cifra onesta ma comunque il doppio del terzo anello. Ma il sottoscritto si è innamorato del Milan al terzo anello e soprattutto andando allo stadio".
"Finisco qui – conclude – perché mi fa male ricordare un Milan e una società di cui sembra essere sparito tutto. Concludo dicendo che il calcio è della gente e ci vuole più rispetto per i tifosi. Scaroni e Gazidis a casa, per non essere volgare...".