L'Associazione giornalisti del Canton Ticino: "L'impressione scaturita è quella della confusione, del dire per non dire e del trincerarsi dietro procedure amministrative"
LUGANO – L’ATG, l’Associazione di categoria dei giornalisti del Canton Ticino, si dice "sconcertata – e anche delusa - per le modalità con cui è stata organizzata e gestita la conferenza stampa di ieri a Bellinzona, in seguito al grave fatto di sangue alla Manor di Lugano".
"Un incontro con i giornalisti – prosegue la nota – in cui le tre persone presenti – il presidente del governo Norman Gobbi, il capo della polizia ticinese Matteo Cocchi e, in modalità online, la responsabile della polizia federale, Nicoletta Della Valle – non hanno palesemente voluto dire quanto è stato poi comunicato, un paio d’ore più tardi, attraverso un messaggio twitter dalla stessa polizia federale e cioè che la donna di 28 anni arrestata alla Manor non solo era conosciuta alle autorità ma che era apparsa nel 2017 in un’inchiesta su questioni legate al jiadismo. A Bellinzona ci si è invece limitati a dire che la persona era conosciuta dalle autorità, senza entrare nei dettagli, nonostante le domande dei giornalisti".
"Perché non dire alle 19 quello che è stato poi comunicato con un messaggio twitter tre ore dopo? Perché si organizza una conferenza stampa su un fatto di questa gravità per poi affidare la notizia più importante ai social media? Dando per di più l’impressione di aver dovuto reagire con un messaggio di quel genere ad una presa di posizione del cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che poco prima – alle 20 e 27 - aveva condannato l’attacco islamista di Lugano. Inoltre, a cosa è servita quella conferenza stampa se poi, al Quotidiano della RSI, quindi subito dopo, il presidente del governo ha associato la donna arrestata ai lupi solitari islamisti. Perché dire questo in diretta televisiva e non dire la stessa cosa, pochi minuti prima, in conferenza stampa?".
E ancora: "L’impressione generale scaturita è quella della confusione, del dire per non dire e del trincerarsi dietro procedure amministrative. Per poi, presi in contropiede, affidarsi ad un tweet in tarda serata. Dopo le conferenze stampa senza la presenza dei giornalisti – in primavera – ora abbiamo avuto una conferenza stampa con i giornalisti ma con le autorità che hanno taciuto il fatto più importante. Insomma, le cose proprio non migliorano. Lo sappiamo tutti, i tempi sono difficili e complicati. E anche pericolosi. Anche la comunicazione può fare la sua parte, se fatta bene, nel contribuire a risolvere i problemi o perlomeno a non crearne di ulteriori. Ci auguriamo che, sotto questo profilo, da ora in poi si possa solo migliorare".