CRONACA
Il primo maggio tra rivendicazioni, lavoro femminile, precariato e lotte sindacali
In Ticino il Primo Maggio dell’Unione sindacale svizzera si è svolto a Bellinzona in Piazza Governo, con un'edizione caratterizzata da numerosi interventi dal palco, ritrasmessi in diretta online

BELLINZONA - In Ticino il Primo Maggio dell’Unione sindacale svizzera si è svolto a Bellinzona in Piazza Governo. “Portare fisicamente preoccupazioni e rivendicazioni di lavoratrici e lavoratori nel cuore politico del Cantone è infatti essenziale oggi più che mai” scrive l’USS-TI, che ha organizzato la manifestazione nel pieno rispetto delle normative sanitarie. Un’edizione  caratterizzata da numerosi interventi dal palco, ritrasmessi in diretta online.

Graziano Pestoni, Presidente USS-TI, ha ricordato l’importanza della lotta sindacale, “ogni miglioramento delle condizioni di lavoro è stato il risultato di un grande impegno da parte di tutti, di manifestazioni e di scioperi”. Il sindacato è nato più di cent’anni fa. Le pensioni non esistevano e “se ti ammalavi non prendevi un centesimo”. Le vacanze non esistevano.

Numerose conquiste sono state ottenute dal movimento sindacale ma nulla è definitivo. “Il padronato appena possibile tenta di recuperare quanto ha dovuto concedere”. Con un’avidità sfacciatamente emersa anche in tempo di pandemia.

Eleonora Failla, del Gruppo donne USS-TI, ha sottolineato il ruolo del lavoro femminile nella crisi sanitaria. Le professioni essenziali, tanto ringraziate durante il lockdown, sono anche quelle più toccate da precarietà e bassi salari. Professioni spesso occupate da donne, le prime ad essere licenziate in caso di crisi. In questo contesto, inoltre, la destra ripropone tramite la riforma AVS21, l’inaccettabile innalzamento dell’età di pensionamento delle donne.

Giampiero Rigozzi, di UNIA, è intervenuto in quanto falegname. Un settore dove il padronato rifiuta di rinnovare il contratto collettivo. Cos’è successo? All’inizio dell’estate 2020, dopo tre anni di aspre trattative, le parti sociali della falegnameria avevano raggiunto un’intesa che permetteva un nuovo modello di pensionamento anticipato. Importante per questa attività fisicamente pesante. Come contropartita i sindacati hanno acconsentito alla modifica dell’orario di lavoro ma i datori di lavoro hanno mandato a monte il pacchetto negoziale.

La presidente VPOD Ticino Michela Pedersini è intervenuta presentando le rivendicazioni del
personale sociosanitario. Ha ribadito l’importanza di difendere le rendite pensionistiche del
personale cantonale e dei docenti, pesantemente minacciate dall’ostruzionismo della destra contro il risanamento dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino. Pedersini ha anche ricordato la necessità della creazione di un Ufficio cantonale per la parità dei sessi in Ticino.

Angelo Stroppini, del sindacato del personale dei trasporti SEV, ha da parte sua annunciato laraccolta firme in tutta la Svizzera contro la privatizzazione della pulizia delle piccole stazioni. “La
privatizzazione di parti d’azienda delle ex regie federali è subdola. Rischia di passare nell’anonimato perché, come in questo caso, ad essere toccati sono in maniera prioritaria le lavoratrici e i lavoratori temporanei usati dalle FFS per le pulizie delle stazioni ferroviarie”, ha detto Stroppini. In questo settore il ricorso al lavoro interinale è diffuso. Lavoratori temporanei che di temporaneo hanno ben poco. Molti di loro sono di fatto impiegati oltre i 5 anni da parte delle FFS e nella realtà della pulizia questa forma di impiego è costante. “La precarietà va contrastata con decisione”, ha aggiunto il sindacalista.

“Io sono qui a rappresentare un settore, PostMail e Logistica che in questo periodo così difficile è riuscito ad ottenere degli ottimi risultati”, ha affermato Angela Parisi Spada, postina syndicom. Precisando però chi ha pagato il prezzo di questo successo. “Abbiamo tutti lavorato incessantemente, prestando molte ore supplementari di lavoro e mettendo, spesso, la nostra salute a repentaglio, a causa dei volumi e del peso dei pacchi. Ognuno di noi quotidianamente compie un gesto di responsabilità per l’intera comunità”. E’ arrivato il momento di capire e riconoscere “l’importanza del servizio pubblico per il bene della popolazione”, sostiene Spada. Un riconoscimento che si fa attendere. “Al di là dei ringraziamenti, dei sorrisi fugaci e degli applausi, i nostri contratti cosiddetti flessibili sono rimasti tali. Non abbiamo ricevuto un significativo miglioramento delle condizioni salariali”, denuncia la postina.

Da parte sua, Rolando Lepori del sindacato svizzero dei media, ha ripreso lo slogan della manifestazione, “le nostre vite valgono più dei loro profitti” affermando: “non è uno slogan che si rivolge solo al settore privato, ma purtroppo si può applicare anche al settore del servizio pubblico nel quale rientrano la RSI e tutte le aziende che dipendono in modo stretto dai mandati ricevuti da RSI. Le lobby che a livello nazionale chiedono lo smantellamento della radiotelevisione di servizio pubblico e la riduzione del canone per poter fare maggiori profitti non si curano dei danni che provocano a livello sociale, professionale e culturale”.

Sul palco hanno poi preso la parola anche dei lavoratori ex-GCF, attivi sul purtroppo oramai famoso cantiere Alptransit del Monte Ceneri. Hanno avuto il coraggio di denunciare la ditta per gravissimi taglieggiamenti del loro salario. Una vicenda di cui si era occupata anche la trasmissione Falò. Purtroppo la procedura è in una fase di stallo da più di 3 anni. La stessa ditta fa parte delle aziende che hanno concorso per gli appalti in vista del futuro cantiere del raddoppio del Gottardo. Questi operai continueranno a lottare per la dignità e noi siamo con loro.

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