Il giornalista e scrittore firma la sua terza opera. Questa volta siamo di fronte a una vicenda torbida e inquietante che parla di bullismo
TICINO – Un libro che è anche un inno alla vita e alla sua imperfezione. Così potremmo definire "R.I.P. - Il mio funerale", il nuovo thriller di Patrick Mancini. Il terzo dopo "@cuorebuiorrore" e #promessisposi-Stavolta tocca a te", sempre pubblicati da Fontana Edizioni. Siamo di fronte a una vicenda torbida e inquietante che parla di bullismo. Lo fa dal punto di vista del bullo, ma anche di chi è stato costretto a subire la sua violenza.
Un'indagine che parte da una bara
È la storia di Douglas Delfino, 24 anni. Douglas è morto. Qualcuno gli ha sparato alla schiena. È il giorno del suo funerale e la chiesa è gremita di parenti, amici, semplici conoscenti. Lui dalla bara sente tutto e tutti, percepisce ogni singola sensazione dei presenti in maniera amplificata. Non gli sfugge nulla. Né un odore, né un colpo di tosse, né un singhiozzo, né la signora annoiata che si mette le dita nel naso. Una situazione surreale che molti di noi, almeno una volta nella vita, si saranno immaginati. Chi, infatti, non ha mai pensato a come sarà il giorno del suo funerale?
Nessuno è davvero innocente
Il presunto assassino di Douglas è già in carcere. È stato catturato dalla polizia e le prove contro di lui sono schiaccianti. Ma perché ha sparato? Cosa si nasconde dietro al suo gesto? Un romanzo in cui nessuno è davvero innocente. E che evidenzia in maniera drammatica la fragilità e la precarietà dell'essere umano.
Un testo che farà discutere
Sintetico, ritmato, coinvolgente dalla prima all'ultima pagina, costruito con l'ormai collaudato linguaggio giovanile che ha caratterizzato le due pubblicazioni precedenti. "R.I.P. - Il mio funerale" è un libro che promette di fare discutere per le importanti tematiche sociali che affronta. Ma anche per la struttura della storia stessa. Davvero originale.