Il CEO di City Carburoil: “Ad oggi, non ci sono segnali che fanno ben sperare”
BELLINZONA – Alzano la voce i benzinai. Il taglio delle accise attuato dallo Stato italiano ha fatto ‘emigrare’ diversi ticinesi nella vicina Italia per rifornirsi di carburante. Colpa dei prezzi esorbitanti della benzina, schizzati alle stelle a causa del conflitto ucraino. E la politica? È la domanda che si fa Luca Giampietro, CEO di City Carburoil Sa. “Oggi – dice a Ticinonews – siamo purtroppo inermi. Se la politica non ci dà una mano, per noi è impossibile ritoccare i prezzi. Le perdite nelle fasce di confine si attestano a circa il 90%”. Tradotto: “non si sta più vendendo nulla”.
“Ad oggi - prosegue – non ci sono segnali che fanno ben sperare. Siamo tutti in attesa di capire come si muoveranno Berna e Bellinzona. Al momento, noi siamo riusciti a evitare tagli o licenziamenti, ma se la situazione dovesse perdurare, dovremmo fare qualche riflessione in merito”.
Il tempo però è esaurito. “L’Italia si è mossa per tempo. Noi siamo ancora immobili. Il mese di maggio è fondamentale per tutto il settore”, conclude Giampietro.