L’autorizzazione ha validità 60 giorni dalla pubblicazione della decisione e l’esecuzione è assegnata ai guardacaccia
BELLINZONA - Il Consiglio di Stato, nella sua seduta odierna, ha preso la decisione di adottare delle misure in seguito alla predazione del 26 aprile 2022 in zona Piedipiodi vicino a Cerentino, in Val Rovana. Nel corso dell’attacco sono state uccise 19 pecore.
“I grandi predatori, tra i quali il lupo, sono protetti e non rientrano dunque nel novero degli animali cacciabili – si legge in una nota stampa del Governo -. Il diritto federale ammette comunque la possibilità d’abbattimento per singoli lupi che causano danni rilevanti ad animali da reddito. L’ordinanza sulla caccia subordina l’ordine d’abbattimento al superamento di un determinato numero di capi predati (in questo caso 10).
Per essere computato come capo predato, l’animale dev’essere stato posto a beneficio di misure di protezione ragionevolmente esigibili, ovvero realizzabili dal punto di vista tecnico, efficaci e ragionevoli sotto il profilo economico. Le misure di protezione dal lupo, considerate dall’ordinanza sulla caccia, sono i recinti elettrificati e i cani da protezione.
Nel caso di Cerentino dette misure di protezione non sono tecnicamente realizzabili per le difficoltà del territorio (pendii scoscesi, continui terrazzamenti, estrema parcellizzazione e dispersione delle superfici, come pure l’esiguità delle parcelle), né economicamente sostenibili. Le 19 pecore vittime della predazione del 26 aprile 2022 sono quindi da considerare non proteggibili e possono dunque essere imputate al contingente per l’abbattimento.
Alla luce delle considerazioni e degli accertamenti descritti, il Consiglio di Stato è entrato nel merito autorizzando l’abbattimento di un lupo all’interno del perimetro della Val Rovana. La relativa decisione, contro la quale può essere interposto ricorso, è immediatamente esecutiva e pubblicata sul Foglio ufficiale.
L’autorizzazione ha validità 60 giorni dalla pubblicazione della decisione e l’esecuzione è assegnata ai guardacaccia dell’Ufficio della caccia e della pesca.
Rimane la considerazione che il quadro normativo attuale a livello federale non risolve in modo soddisfacente il conflitto tra le esigenze di tutela del lupo in quanto specie protetta e le peculiarità dell’attività d’allevamento di montagna, in Ticino, in cui si rivela problematico mettere in atto le misure di protezione richieste a livello federale”.