CRONACA
Tra penna e chitarra. Andrea Manna racconta i “suoi” Manupia: “Ragazzi studiate la musica”
Intervista a tutto campo (musicale) al vicedirettore della Regione in occasione dell’uscita del nuovo singolo del gruppo

Di Marco Bazzi

“Il mio mito? Eddie Van Halen, un innovatore. I grandi chitarristi? Quelli che dopo tre note capisci chi sono. Prendi David Gilmour, per esempio… Inconfondibile. La mia chitarra preferita? La Music Man, di fabbricazione californiana. Ma non vorrei tradire le altre otto che ho nel mio studio sotto casa. Se invece devo scegliere la chitarra che mi evoca più ricordi, dico la Fender Stratocaster, uno strumento molto versatile, che mi regalò mio padre. Fu per me il coronamento di un sogno”.

Andrea Manna, 58 anni, vicedirettore della Regione, chitarrista per passione e giornalista per professione, ma anche per passione. Uno di quelli che in Ticino ha più memoria storica, che sa destreggiarsi tra giudiziaria e politica, versatile come una Stratocaster.

Il suo primo strumento è stato però il sax contralto, che suonava nella filarmonica di Minusio. Ma al ginnasio c’erano tanti ragazzi che suonavano la chitarra, ed era uno strumento che piaceva molto alle ragazze. “Così, un anno per Natale chiesi una chitarra acustica. Allora si imparava a orecchio, si tiravano giù gli accordi dagli LP, e le puntine dei giradischi si consumavano fino a rovinare i solchi del vinile. Allora non c’erano i tutorial su youtube”.

Dopo la “classica” arrivò la 12 corde e poi la chitarra elettrica. “Comprai la prima con quello che fu il mio mentore, Marco Zappa, che era docente al ginnasio di Losone, dove c’erano diversi professori che suonavano. Comprai una Ibanez, una chitarra giapponese che era un po’ l’imitazione della più costosa, Gibson diavoletto”.

Ma perché parliamo della passione musicale di Andrea? Beh, perché è recentemente uscito un nuovo brano del suo gruppo, i Manupia. Titolo: “Hit Single” (ASCOLTALO QUI). “I Manupia – racconta Andrea - nascono nel 2000 da un’idea di Maurizo Jolli e del sottoscritto. Provenivamo da esperienze musicali diverse e abbiamo deciso di unire le forze con l’obiettivo di riproporre brani disco funky degli anni 70/80. I nostri riferimenti erano e sono gli Chic, i Boney M, gli Earth, Wind & Fire, i Bee Gees, artisti che hanno fatto le colonne sonore delle musica disco pop di quegli anni”.

Perché Manupia? “Avevamo il locale prove sotto la stazione di Bellinzona, per questo pensammo di chiamarci Under Station. Ma dopo lunghe riflessioni, siccome nella formazione c’erano due voci femminili, Manuela e Maria Pia, abbiamo deciso di fare una contrazione dei loro nomi: Manu e Pia. Ci è sembrato un nome facilmente memorizzabile”.

In questi 22 anni di storia i Manupia sono stati un vero e proprio laboratorio musicale: “La formazione canora ha visto alternarsi una quarantina di voci maschili e femminili. E ogni cantante ha portato la sua visione contribuendo a far crescere il gruppo. Abbiamo sempre curato molto l’aspetto vocale, che è ancora oggi il punto di forza dei Manupia. Non parlo solo delle voci soliste ma anche dei cori”.

Da qualche anno la band ha deciso di affiancare alle cover dei brani originali, come appunto Hit Single, o il precedente 20 Plus 20 (ASCOLTA QUI), realizzato per celebrare il ventesimo anniversario. “Una scelta – racconta Andrea Manna – che abbiamo fatto anche grazie all’arrivo nel gruppo di due musicisti di grande esperienza, il bassista Nicola Angileri, compositore di entrambi i brani, che ha suonato tra gli altri con Francesco Baccini, i Gotthard, i norvegesi Jorn, e ha fatto diverse tournée internazionali, e il batterista Francesco Di Lenge, che ha suonato con personaggi del calibro di Claudio Baglioni. Siamo una cover band a cui piace molto il live, perché è sul palco che hai il riscontro nel pubblico di quello che fai. Non abbiamo mai usato basi, tutto è suonato e cantato. Ora però abbiamo deciso di fare alcuni pezzi nostri con l’idea di realizzare un disco. Senza fretta, però, perché per cinque di noi, sui sette che formano la band, la musica è un hobby, una passione, anche se cerchiamo sempre di suonare in modo professionale. E poi ci sono tanti musicisti ticinesi che suonano per diletto, come il sindaco di Locarno, Alain Scherrer, con la sua Vasco Jam, e un ricordo va qui al compianto Darco Degrussa. Poi ci sono ottimi chitarristi, magari poco noti al pubblico, come il direttore della Camera di commercio, Luca Albertoni”.

Torniamo brevemente alle nove chitarre elettriche di Andrea: “Ognuna ha un suono e caratteristiche diverse. E quando salgo sul palco ne porto sempre tre, perché il mio timore è di spaccare le corde, soprattutto d’estate, perché il mix di caldo, sudore e adrenalina è micidiale”.

Anche due dei quattro figli di Andrea Manna hanno seguito le orme musicali del padre: “Uno ha 30 anni e suona il basso, il secondo 26 e suona le tastiere. Abbiamo un gruppo che si chiama Mowers, che significa falciatori, e ci esercitiamo nel locale prove sotto casa. A un certo punto ho detto ai miei figli: imparate uno strumento che avrete una marcia in più nella vita. Ma dico un’altra cosa: non è mai troppo tardi per iniziare… anche nei ritagli di tempo. Abbiamo un articolo costituzionale che impegna l’ente pubblico a favorire l’educazione musicale. La musica è un linguaggio universale, e  conoscere la storia della musica è importante per capire le varie epoche storiche. Ecco perché credo che l’insegnamento musicale dovrebbe essere ulteriormente promosso. Anche il solo imparare l’abc dell’armonia ti dà ulteriori strumenti di conoscenza. E i concerti sono momenti aggregativi straordinari. Melodie e ritmi sono universali”.

Vediamo infine cosa scrivono di sé i Manupia nella loro scheda: “Ritmi, note, armonie e super voci: ecco il mix, rigorosamente dal vivo, che da quasi venti anni contraddistingue i Manupia, la cover band ticinese che scalda concerti e feste da ormai 20 anni. Con una solida line up rinnovata e stabile ormai da un paio di anni, i Manupia hanno sfornato anche “Twenty Plus Twenty”, primo e storico inedito diffuso dalle principali radio del Cantone e non solo, infatti il brano è su tutte le piattaforme musicali del web. Decine e decine di concerti nel nostro cantone, in Svizzera tedesca e nel nord Italia con i quali i Manupia hanno fatto ballare diverse generazioni. Nel repertorio brani dance, funk e rock anni 70, 80 e 90: una miscela di musica e parole per regalare momenti ballabili e indimenticabili. Niente basi, tutto quello che si sente nei live è suonato e cantato dalla band. Un impatto sonoro e canoro genuino. Sette elementi: cinque musicisti e due cantanti. I Manupia sono: Elisa Bacciarini – voce -Rosambra Leo – voce - Andrea Manna – chitarra - N I c Angileri – basso e voce - Amos Malorgio – tastiere e voce - Francesco Di Lenge – batteria - Andrea Gallacchi – tastiere”.

 

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