CRONACA
"Cantone, sul lupo risposte evasive a domande precise. E intanto le predazioni..."
L'Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori – sezione Ticino contesta le conclusioni esposte in un comunicato del Dipartimento del Territorio. "E dopo ci sono stati ancora altri casi"

BELLINZONA - Qualcosa si muove, ma non è abbastanza. L'Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori – sezione Ticino prende posizione dopo il comunicato del 9 settembre del Dipartimento del Territorio, che "ha riferito di un incontro avvenuto con un rappresentante dell'UFAM in merito all'aggravarsi della situazione sul fronte lupo in Ticino".

L'Associazione ha diverse osservazioni da porre su quanto detto dal DT, oltre a far notare che da quel momento in poi si sono verificate almeno altre cinque predazioni. La situazione, insomma, è difficile e a suo avviso il Cantone non sta facendo abbastanza, limitandosi a risposte evasive.

Tra gli altri punti vengono contestate le cifre riportate dal Cantone in merito alle predazioni. Per l'Associazione, nonostante gli aggiornamenti effettuati, ne mancherebbero alcune. "Ad esempio non viene chiarito se il lupo che ha predato a Bosco Gurin a inizio giugno (e che è ritornato recentemente a predare nella medesima zona) appartenga effettivamente al 'branco transfrontaliero' che aveva predato a Cerentino. I risultati dell'analisi del DNA di questo esemplare sono apparentemente noti e questo esemplare ha ampiamente superato la soglia di danno e potrebbe/dovrebbe essere oggetto di una procedura di abbattimento. Anche il lupo che ha ripetutamente predato uccidendo almeno 23 capi non proteggibili in valle Leventina ha ampiamente superato la soglia di danno rilevante e una sua soppressione dovrebbe essere esaminata".

Inoltre "recentemente vi è stata un’altra predazione di 15 capi in Verzasca su un alpeggio non proteggibile al confine con la Val d’Iragna dove un lupo aveva predato 9 ovini lo scorso mese di agosto. Su questi casi rimane invece un assordante silenzio. Per la serie: stanno continuando i tentativi un po' ingenui di minimizzazione e di insabbiamento e le domande formulate nella nostra lettera consegnata a Bellinzona rimangono ancora inevase".

Il Cantone e l'UFAM sostengono che "in assenza di una riproduzione accertata per quest’anno, non è possibile entrare nel merito di un abbattimento selettivo, e ciò in applicazione dei disposti di legge in materia federale attualmente in vigore" per quanto riguarda il branco dell'Onsernone. "Una beffa sconcertante", scrive l'Associazione nella sua nota. 

Non piace nemmeno il fatto che sia stato detto che le greggi non erano protette in modo sufficiente. "Ci permettiamo di sottolineare come questa valutazione venga effettuata seduta stante da un singolo funzionario che non può nemmeno basarsi su una lista ufficiale e standardizzata delle condizioni da verificare. Per questa ragione la valutazione deve essere considerata come 'soggettiva' e dovrebbe essere impugnabile dai diretti interessati. Le conseguenze di tale valutazione sono pesanti. Da una parte il Cantone potrebbe essere tentato di ridurre il risarcimento per i capi non adeguatamente protetti, e dall'altra i capi predati non possono venire conteggiati ai fini di una procedura di abbattimento. A nostra conoscenza, i proprietari degli animali predati non hanno accesso a questo rapporto prima di ricevere la decisione di risarcimento. Sarà un nostro compito sollecitare gli uffici competenti affinché questo importante rapporto sia immediatamente reso noto ai diretti interessati e soggetto a eventuale opposizione".

In conclusione, quanto risposto dal Cantone non è sufficiente. E soprattutto, servono gesti concreti. Altrimenti, sottolinea l'Associazione, è come "quando chiedi 'che ore sono?' e la risposta è 'fa bel tempo?'".

 

 

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