Andrea Tombolini ammette le sue responsabilità e imputa all’invidia il motivo all'origine della sua furia omicida
ASSAGO – "Quando ho visto un calciatore felice, ho provato invidia. Lui stava bene e io male. Così l'ho colpito alla schiena con un coltello. Potevo fermarmi, invece non so cosa mi è preso e sono andato avanti". Andrea Tombolini imputa all'invidia il motivo della furia omicida che nei giorni scorsi l'ha portato ad aggredire cinque persone e uccidere un dipendente del supermercato di Assago. Nell'udienza di convalida dell'arresto, l'uomo ha ammesso le sue responsabilità.
"Senza freni"
Il gip Patrizia Nobile ha sottolineato "il carattere brutale ed efferato delle aggressioni e lo sproporzionato livello di violenza. Parliamo di una persona priva di freni inibitori, capace d'incontrollabile e brutale violenza". Secondo il giudice, non ci sono dubbi sulla volontà di uccidere. "Ha colpito gli organi vitali con una lama di oltre 20 centimetri".
L'uomo resta piantonato in ospedale e sorvegliato a vista per prevenire eventuali fughe, "in considerazione degli allontanamenti spontanei dell'indagato dagli ospedali in cui era stato recentemente condotto con ambulanza"