Davide Fontana: "Non è stato un gesto premeditato. L'ho colpita con un martello alla testa. Volevo suicidarmi"
BUSTO ARSIZIO – Davide Fontana è il killer della 26enne Carol Maltesi, uccisa e fatta a pezzi lo scorso gennaio. Questa mattina si è aperto il processo nei confronti dell’uomo, che continua a sostenere di aver compiuto “un gesto non premeditato”. Omicidio volontario, distruzione di cadavere e occultamente sono i reati di cui l’uomo è chiamato a rispondere.
“Quella mattina – racconta in aula – dovevamo fare due video. Lei, durante il secondo video, ha ricevuto una chiamata dal padre di suo figlio nella quale l’ex compagno le spiegava di avere il Covid e parlava della scuola del figlio”. Dopo la chiamata l’orribile femminicidio. “Mentre giravamo il video l’ho colpita alla testa più volte con il martello. Sembrava morta. Poi ho notato il movimento di una gamba. Allora sono sceso a prendere un coltello e le ho tagliato la gola per toglierle la sofferenza. Ho iniziato a sezionare il corpo qualche giorno dopo, dopo aver acquistato un seghetto al Brico".
Dopo il ritrovamento dei resti di Carol, Fontana ha spiegato di aver pensato di andare dai carabinieri: "volevo andare lì, dire che quei resti erano suoi, tornare a casa e suicidarmi. Mi odio per quello che ho fatto", ha aggiunto.