Corsivo al vetriolo del critico: "Papa Benedetto era appena morto e già il suo segretario traboccava di lagnanze"
CITTÀ DEL VATICANO - La scomparsa di Benedetto XVI ha fatto riemergere spaccature e polemiche all’interno della Chiesa. Protagonista della contesa è monsignor Georg Gaenswein, storico segretario personale del Papa Emerito, che dalla morte di Joseph Ratzinger ha rilasciato una serie d’interviste prendendo di mira Papa Francesco. Oltre a ciò sono stati pubblicati alcuni stralci del libro in uscita di Padre Georg - “Nient’altro che la verità” - dove anche in questo caso non mancano critiche al successore di Benedetto.
Parole che hanno fatto inevitabilmente scalpore, rinfocolando lo scontro tra “razingeriani” e “bergogliani” all’interno della Chiesa. Ma la polemica, inevitabilmente, ha coinvolto anche gli osservatori esterni al mondo e alle dinamiche vaticane. Della questione, ad esempio, si è occupato sul Corriere della Sera anche Aldo Grasso, con un corsivo intitolato “Il monsignore dimezzato”.
“Il papa emerito Benedetto XVI era appena morto - scrive il critico - e già mons. Georg Gaenswein, il suo segretario, traboccava di lagnanze. Prima ha ricordato come il «motu proprio», con cui papa Francesco nel 2021 ha posto un veto sulla messa in latino, abbia «spezzato il cuore» di Ratzinger. Poi ha accennato al dissidio fra i due papi sulla «propaganda gender», infine ha parlato del suo defenestramento da prefetto della Casa Pontificia: «Lei rimane prefetto ma da domani non torna al lavoro». «Rimasi scioccato e senza parole», scrive Gaenswein nell’autobiografia «Nient’altro che la Verità» (in uscita da Piemme)”.
“Lontani i giorni - punge Grasso - in cui padre Georg godeva della confidenza di principesse romane, giocava a tennis, era imitato da Fiorello, veniva elevato dai rotocalchi a «George Clooney della Curia», il simbolo della Grande Bellezza ratzingeriana. Adesso sembra un loquace personaggio di Italo Calvino, quello del «Visconte dimezzato»: il nobiluomo Medardo di Terralba durante la guerra contro i Turchi venne tagliato a metà da una cannonata. Si divise in due personaggi, il Gramo e il Buono”.
“Il Buono - termina l’articolo - è il fedelissimo e affranto segretario, usque ad mortem, l’esecutore testamentario dell’emerito; il Gramo è quello che ha un libro in uscita e si abbandona alle anticipazioni il giorno del solenne funerale”.