Prosciolti i vertici di Ascona e Losone dall’accusa di aver violato la l’Ordinanza Covid. Luca Allidi: “Soddisfatti, ma siamo sempre stati convinti di aver agito secondo le regole”
ASCONA - L’intervento della polizia e la chiusura forzata dei campi da golf ticinesi durante la pandemia erano illegittimi. Il 14 novembre scorso, la Giudice della Pretura penale di Bellinzona Elisa Bianchi Roth ha prosciolto il presidente del Golf di Ascona, l'avvocato Luca Allidi, e il direttore del Golf di Losone, Ennio Losa, dall’accusa di aver violato l’obbligo di chiusura di strutture sportive durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. Il 18 febbraio 2021 la polizia era intervenuta ad Ascona e a Losone, ordinando la chiusura immediata dei campi sulla base dell’Ordinanza Covid allora in vigore e denunciando i responsabili al Ministero pubblico. Nella sentenza, ora definitiva, la cui motivazione è giunta a fine dicembre, la Giudice della Pretura penale ha concluso che l’apertura dei golf era “rispettosa di quanto stabilito dall’Ordinanza COVID-19 situazione particolare e non ne costituiva violazione alcuna”.
I fatti
A partire dal 22 dicembre 2020 era in vigore in tutta la Svizzera l’Ordinanza COVID-19 situazione particolare – inasprimento dei provvedimenti. Nei mesi di dicembre 2020 e gennaio 2021 i campi da golf ticinesi di Ascona, Losone e Lugano sono rimasti aperti. L’autorità e la polizia ne erano a conoscenza. La polizia cantonale è passata più volte a far visita ai golf. Poi, improvvisamente, il 27 gennaio 2021 è giunta una comunicazione del presidente di Swiss Golf, secondo cui – sulla scorta di una mail di un funzionario dell’Ufficio federale dello sport – i golf di tutta la Svizzera avrebbero dovuto chiudere. Preso atto di tale comunicazione, il 1° febbraio 2021 il presidente del Golf di Ascona ha inviato uno scritto all’indirizzo del presidente di Swiss Golf, informandolo che “il Golf Club Patriziale Ascona si riserva di non rispettare le direttive contenute nel comunicato di Swiss Golf, laddove si dispone la chiusura dei campi da golf. Direttive che a nostro avviso sono frutto di un’interpretazione contraria alla lettera, al senso e allo scopo dell’Ordinanza COVID-19 situazione particolare”.
Successivamente, anche il Golf di Losone e il Golf di Lugano si sono associati alla dichiarazione di contestazione e riserva formulata dal Golf di Ascona. I tre Club ticinesi hanno in seguito agito di concerto. Il 13 febbraio 2021, con un testo analogo, hanno informato i rispettivi soci che i campi da golf avrebbero riaperto (ai soli soci) il 18 febbraio 2021, precisando che “siamo certi di agire così nel pieno rispetto delle norme in vigore ed a tutela dei legittimi interessi e diritti dei nostri soci e dei nostri collaboratori”.
Come preannunciato, il 18 febbraio 2021 i campi da golf ticinesi hanno riaperto (ai soli soci). Nel pomeriggio dello stesso giorno, la polizia è intervenuta al Golf di Ascona e al Golf di Losone, imponendo la chiusura immediata delle strutture. Il giorno seguente, il presidente del Golf di Ascona e il direttore del Golf di Losone sono stati convocati e interrogati dalla polizia e, in seguito, denunciati al Ministero pubblico.
Il 19 febbraio 2021 il presidente del Golf di Ascona, Luca Allidi, si è rivolto alla competente autorità cantonale (DECS), chiedendo ragione di quell’improvviso ordine di chiusura, visto che l’autorità e la polizia avevano permesso ai campi da golf di stare aperti tutto dicembre e tutto gennaio, e che l’ordinanza federale non era nel frattempo cambiata. In risposta, il Consigliere di Stato Manuele Bertoli ha semplicemente fatto riferimento alla comunicazione di Swiss Golf del 27 gennaio 2021, che ha allegato al suo scritto.
Pochi giorni dopo, nel rispondere a un’interrogazione parlamentare che chiedeva conto della base legale su cui poggiava la decisione di chiudere i campi da golf ticinesi, anche il Consiglio di Stato ha invocato la comunicazione di Swiss Golf. Ha quindi definito “pretestuose se non quasi temerarie” le contestazioni dei responsabili dei golf ticinesi, aggiungendo di non potersi esimere dal “biasimare le sterili polemiche fomentate da (alcuni dei) responsabili dei golf in questione”. Della vicenda hanno ampiamente riferito anche i media, sia ticinesi che d’oltre Gottardo.
A seguito di questi fatti, il 14 novembre scorso, il presidente del Golf di Ascona e il direttore del Golf di Losone sono comparsi davanti alla Pretura penale di Bellinzona per rispondere dell’accusa di aver violato l’obbligo di chiusura di strutture sportive previsto dall’Ordinanza COVID-19 situazione particolare in vigore all’epoca dei fatti.
La sentenza
Con sentenza definitiva del 14 novembre 2022, la cui motivazione è giunta a fine dicembre, la Giudice della Pretura penale ha prosciolto il presidente del Golf di Ascona e il direttore del Golf di Losone. Nel motivare la sentenza, la Giudice ha in particolare sottolineato che “i campi da golf sono talmente estesi, che non sono delimitati al loro interno, ma semmai unicamente lungo i confini della proprietà”; e che “il golf prevede un massimo di quattro giocatori, che durante il periodo del coronavirus venivano tracciati: in simili condizioni non si può dunque ritenere che fosse una situazione tale da contribuire alla diffusione del coronavirus, e in ogni caso non in maggior misura rispetto alle situazioni venutesi a creare nei vari comprensori sciistici della Svizzera”.
La Giudice ha quindi concluso che l’apertura dei golf (ai soli soci e su prenotazione) durante la pandemia era “rispettosa di quanto stabilito dall’Ordinanza COVID-19 situazione particolare e non ne costituiva violazione alcuna”.
Il commento di Luca Allidi
“Siamo senz’altro soddisfatti che la Giudice abbia dato ragione ai golf - commenta Luca Allidi -. Ma devo dire che siamo sempre stati convinti di aver agito nel rispetto delle norme. E per questo eravamo anche fiduciosi. Il golf è uno sport non di contatto, praticato all’aria aperta e su ampie superfici (un campo da golf ha grosso modo la superficie di 70 campi da calcio). Per rendere l’idea: quando un campo da golf è al completo, la concentrazione di persone è quella di un campo da calcio su cui si trovino due soli giocatori. Potremmo dire che il golf è lo sport anti-Covid (e anti-contagio, più in generale) per definizione. L’unico rischio è quello di essere contagiati dalla passione per questo bellissimo sport”.
Senza contare che i tre golf club ticinesi, oltre ad essere delle associazioni sportive che contano insieme circa 2000 associati, sono anche delle aziende che, direttamente o indirettamente, danno lavoro, ognuna, a una quarantina di persone.
“La chiusura forzata dell’attività - prosegue Allidi - peraltro già vissuta nella primavera del 2020, durante oltre due mesi nella stagione migliore del golf, confronta inevitabilmente noi responsabili con tutta una serie di conseguenze, anche sotto il profilo aziendale: lavoro ridotto, mancate entrate, mancate entrate per i maestri di golf indipendenti, eccetera. Il nostro, dunque, non è certo stato un capriccio. Nella nostra funzione di responsabili di strutture ed attività che coinvolgono tanti interessi - e soprattutto tante persone - dobbiamo poter giustificare non solo le decisioni che adottiamo, ma anche quelle che accettiamo di subire. E a fronte di un quadro normativo tanto incerto (prova ne è il fatto che, nonostante l’Ordinanza federale non fosse nel frattempo cambiata, la stessa autorità cantonale ha prima permesso e poi improvvisamente vietato la pratica del golf), non era ragionevolmente pensabile chiudere le strutture".