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Il primo trofeo della SAM Massagno. Il 'pres' Fabio Regazzi: "Successo che parte da lontano. Ai giovani vogliamo offrire un modello da seguire"
Il presidente dopo il successo in SBL: "Ci siamo tolti un po' di pressione. Ora inseguiremo i nostri obiettivi con maggiore consapevolezza nei nostri mezzi"
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MASSAGNO – Fabio Regazzi è un presidente soddisfatto. La stanchezza comincia a farsi sentire, ma felicità e orgoglio sono sensazioni capaci di avere la meglio. La domenica del presidente della Spinelli SAM Massagno è stato un viaggio infinito all'inseguimento di un sogno. Atterrato in tarda mattinata da Vancouver, il presidente non ha voluto mancare alla finale di SBL Cup dei suoi ragazzi. E i ticinesi non hanno deluso le attese alzando il primo trofeo della loro storia.

"Volevo esserci a tutti i costi – ci confida –. È stato un momento di felicità e liberazione che ci tengo a condividere con lo staff tecnico, la squadra, il comitato, i tifosi, gli sponsor e tutte le persone che lavorano instancabilmente dietro le quinte e non da ultimo con tutta la comunità di Massagno. Un pensiero particolare lo voglio rivolgere anche a Luigi Bruschetti (ex presidente) che ha gettato le basi per questo risultato e suo fratello Giovanni (sindaco di Massagno), primo tifoso ed ex giocatore della SAM".

Ma quali sono state le chiavi di questo successo? "La domanda è legittima, la risposta non così scontata. Noi siamo una piccola realtà. Non siamo un club condannato a vincere. L'enorme lavoro di chi mi ha preceduto ha permesso di creare le basi per avere un club competitivo che, mattone dopo mattone, si è ritrovato a guardare negli occhi le grandi del basket svizzero, realtà - per intenderci - come Friborgo, Ginevra e Neuchâtel. A questo traguardo ci siamo andati vicini diverse volte, e l'abbiamo accarezzato l'anno scorso quando negli ultimi due minuti ci siamo visti sfilare dalle mani un trofeo che sembrava già nostro. Ma come si suol dire 'non conta come cadi, ma come ti rialzi'. Potevamo mollare tutto, ma abbiamo deciso di insistere e perseverare. Dopo un momento di inevitabile scoramento, con il coach Gubitosa abbiamo deciso di riprovarci e così abbiamo potuto coronare il sogno di vincere la nostra prima competizione nazionale".

L'appetito vien mangiando e vincere aiuta a vincere. Cosa aspettarsi ora dalla SAM? "Intanto ci godiamo questo primo successo ma rimaniamo con i piedi per terra. Non siamo diventati i Lakers dalla notte al giorno. Restiamo pur sempre Massagno (ride ndr). Ma è chiaro che ci siamo levati la pressione che gravava su di noi e adesso siamo più liberi mentalmente. Abbiamo avuto la conferma della nostra forza per cui inseguiremo i nostri prossimi obiettivi con umiltà ma anche con maggiore consapevolezza nei nostri mezzi e certi di avere un gruppo forte e coeso guidato da uno staff molto preparato".

Abbiamo chiesto al presidente Regazzi che discorso ha fatto alla squadra dopo la conquista del trofeo. "In certe situazioni non c'è bisogno di grandi discorsi. Uno sguardo e un abbraccio valgono più di mille parole."

Il successo della SAM premia la volontà d'investire localmente, proprio nei giorni del fallimento di una storica realtà come l'FC Chiasso. "È un ragionamento che mi sento di condividere. Io non ho mai creduto agli investimenti 'mordi e fuggi'. Noi abbiamo sempre perseguito la linea di avere radici ben piantate nel territorio. Tutto quello che facciamo con la prima squadra lo facciamo anche pensando ai giovani. Il nostro settore giovanile è un fiore all'occhiello e un tassello fondamentale del club. La nostra intenzione è offrire alle giovani leve della SAM Massagno un modello positivo da inseguire".

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