Un operaio era stato schiacciato da una scala in cemento crollata mentre lavorava, un altro era stato ferito. Il Ministero Pubblico aveva subito aperto un procedimento disciplinare ma senza iscrivere nessuno nel registro degli indagati
BELLINZONA - Un crollo, poi le ore di attesa e di speranza per provare a liberare l'operaio che era rimasto sotto le macerie. Dopo alcune ore, si era estratto, purtroppo, il corpo senza vita. La tragedia del cantiere di via Ghiringhelli a Bellinzona di novembre è ancora vivida nella mente di tutti.
Amici e parenti dell'uomo deceduto, un 44enne, chiesero giustizia, accusando l'azienda dove lavorava di avere condizioni non idonee sui cantieri. Anche UNIA aveva lanciato pesanti sospetti su come si opera in contesti edilizi.
Lui e un collega di 49 anni stavano lavorando i pannelli laterali di una scala in cemento, quando la stessa è ceduta e ha travolto la vittima, ferendo l'altro uomo.
Era stato subito aperto un procedimento disciplinare, senza indagati, a distanza di alcuni mesi c'è una svolta. Si apprende che ci sarebbero, secondo la RSI, tre indagati per l'accaduto. Tre operai della ditta incaricata di posare il ferro di armatura sono accusati di omicidio colposo e violazione delle regole dell’arte edilizia, le ipotesi di reato ipotizzate sin dall'inizio.
Interrogati, hanno preferito non rispondere alle domande facendo scena muta.