I democentristi esultano per il sì al controprogetto sul referendum obbligatorio (nonostante il no all'iniziativa iniziale che era di marca UDC), per il netto rifiuto all'iniziativa sulle pigioni e per il no all'iniziativa 99%
BELLINZONA - Una sola votazione che non è andata come l'UDC auspicava, sebbene forse la più sentita. Il partito democentrista commenta la giornata dicendosi comunque soddisfatto a parte il tema del Matrimonio per tutti.
"Il bilancio della giornata, con tre vittorie (il controprogetto sul referendum finanziario è da considerarsi tale) e una sconfitta, è dunque tutto sommato un grande successo per il partito
che ha quindi motivo di festeggiare", si legge.
Partendo dal Ticino: "A livello cantonale, in materia di referendum finanziario è stato approvato il controprogetto che poneva qualche soglia in più rispetto all’iniziativa ma che, comunque, sanciva l’introduzione di uno strumento, peraltro già in vigore in parecchi cantoni, volto a frenare le spese e quindi l’indebitamento pubblico. L’iniziativa era nata da un input del capogruppo UDC in Gran Consiglio, Sergio Morisoli, il controprogetto era un compromesso uscito dal Gran Consiglio, reso possibile soprattutto dal grande lavoro di mediazione svolto nella Commissione parlamentare dalla nostra deputata Lara Filippini. Per l’UDC era quindi importante che passasse una delle due proposte, al fine di sancire l’introduzione di questo efficace mezzo per il contenimento della spesa pubblica che, agitando lo spettro della votazione popolare, indurrà governo e parlamento a una maggiore attenzione prima di spendere il denaro pubblico. In questa sede, è opportuno ringraziare il Mattino della domenica e Il Paese, gli unici media che hanno fattivamente sostenuto la campagna di voto".
L’UDC altrettanto si rallegra anche "del netto rifiuto popolare dell’iniziativa «NO alle pigioni abusive» che – celato dietro un titolo allettante – proponeva di fatto un inutile aumento della burocrazia e un’ulteriore ingerenza dello Stato nel libero mercato dell’alloggio. Infine, l’accettazione dell’iniziativa del Guastafeste sulla legittima difesa, ha posto rimedio all’agire scorretto del Consiglio di Stato che, in occasione della prima votazione, aveva diffuso pareri errati e fuorvianti, influenzando così il voto popolare. Un complimento va a Giorgio Ghiringhelli che, con la tenacia che lo distingue aveva interposto – vincendolo – un ricorso al Tribunale federale, obbligando il governo a indire una seconda votazione. Grazie a questa iniziativa, in futuro chi subirà (e sarà prosciolto) un processo per essersi legittimamente difeso da aggressioni, si vedrà rimborsate dallo Stato le spese del patrocinio da parte di un avvocato di sua scelta".
Passando poi ai temi federali, l’UDC Ticino "manifesta una grande soddisfazione per l’affossamento dell’iniziativa del 99%, ennesimo attacco della sinistra all’imprenditoria nazionale, rea – a
suo modo di vedere - di produrre il denaro cui la socialità attinge peraltro a piene mani. Il netto risultato di oggi dovrebbe servire da segnale alla sinistra – ma, ahinoi, non ci speriamo
troppo – affinché la smetta di lanciare in continuazione delle iniziative che, invece di creare beneficio ai meno abbienti, sono controproducenti e avrebbero per conseguenza il progressivo smantellamento dell’economia svizzera, delocalizzazione o chiusura di aziende e relativa perdita di posti di lavoro. Fortunatamente, tali iniziative sono di solito estreme a sufficienza da intimorire il popolo che le rigetta sistematicamente, ma ciò non sembra scoraggiare i rossoverdi".
Ma c'è, appunto, una nota dolente, "seppure fosse attesa", l’accettazione popolare della modifica del Codice civile denominata «Matrimonio per tutti». "Dopo la prima fetta di salame –l’unione domestica registrata per fare accettare la quale ci era stato solennemente promesso che la stessa non preludeva ai temi in votazione oggi – puntualmente è arrivata la seconda fetta. In nome di un fasullo concetto di «amore che non deve avere ostacoli», l’egoistico interesse delle coppie gay ha prevalso sull’interesse del bambino a crescere con un padre e una madre. Con la decisione odierna, nel caso di coppie lesbiche, il termine «padre» sarà abolito a favore di un anonimo «donatore di sperma». I fautori del «Matrimonio per tutti» sono già impegnati ad affettare la prossima fetta del salame e le prossime richieste sono già sul tavolo: le coppie gay vogliono anche poter avere bambini su richiesta. Con la maternità surrogata, le donne - soprattutto le donne socialmente più deboli – saranno degradate a «macchine per partorire». L’UDC deve perciò democraticamente accettare il verdetto uscito oggi dalle urne, ma non può nascondere di esserne delusa".