La polizia starebbe effettuando dei controlli anche sulla documentazione amministrativa legata alle attività di spurgo dei cimiteri di alcuni Comuni del Mendrisiotto
MENDRISIO – Gli scavi alla ditta di pompe funebri di Mendrisio riprenderanno in mattinata. Poi, saranno le procuratrici pubbliche Pamela Pedretti e Raffaella Rigamonti a decidere se farli proseguire anche la prossima settimana sulla base di quanto emerso nelle ultime ore. Sta di fatto che – riporta La Regione – l'inchiesta si è allargata. Da inizio mese, la polizia starebbe effettuando dei controlli anche sulla "documentazione amministrativa legata alle attività di spurgo dei cimiteri di alcuni Comuni del Mendrisiotto". E questo contribuirà sicuramente a chiarire la provenienza dei reperti trovati nel giardino della ditta sotto inchiesta. Nelle ultime ore, infatti, sotto terra sono stati trovati frammenti di lapidi che risalirebbero a decenni di anni fa. L'inchiesta prosegue nel massimo riserbo.
Il presidente della Società ticinese impresari onoranze funebri Emiliano Delmenico al quotidiano: "Fatti come questo danneggiano l'immagine del nostro settore. Anche perché siamo una categoria un po' bistrattata. Quando si parla di noi si tende a farlo con accezione negativa: siamo quelli che guadagnano sulla morte, quelli che nascondono. Non ne usciamo mai davvero con una immagine positiva. Il nostro ruolo nella società è particolare: ci vogliono, ma meglio non sentirci e non vederci. E quando si accorgono di noi, allora siamo cari, ci approfittiamo del dolore altrui. Come se ci stessimo approfittando di un sistema per arricchirci. Ora poi che si ventila una ipotesi di truffa, ancora peggio".
Al settimanale L'Informatore ha parlato il titolare dell'azienda. "Io ho la coscienza a posto, non ho fatto nulla. La scena sarebbe fantozziana: io che di notte sotterro i resti in un giardino attorniato da palazzi. Che senso avrebbe? Nessuno".