In un manifesto in otto misure viene chiesto di poter essere attivi anche oltre i 70 anni, di avere orari più flessibili (ma non ridotti, anzi aumentati) e promuovere misure di conciliabilità tra lavoro e famiglia
BELLINZONA - La carenza di manodopera qualificata è un problema serio per gli imprenditori svizzero, che vedono ridursi le persone da impiegare. I part time sempre più diffusi non aiutano ed anzi fanno sì che la preparazione accademica del personale costi molto. L’Unione svizzera degli imprenditori presenta otto misure per far fronte al fenomeno, chiedendo la collaborazione aziende, politica e società.
Le posizioni vacanti al momento sono 120mila, un numero che potrebbe aumentare visto che i baby boomer stanno raggiungendo l'età della pensione e si fanno sempre meno figli. Inoltre un ruolo importante lo ha anche l'aumento dei tempi parziali: si stima che esso ha portato la popolazione a lavorare 14 giorni in meno all'anno rispetto a dieci anni. Se qualcuno chiede la settimana corta, all'urlo di "lavorare meno per lavorare tutti", l'Unione Svizzera degli imprenditori non è d'accordo. "Per contrastare la carenza di lavoratori qualificati, dobbiamo aumentare il volume di lavoro svolto e non pensare di ridurlo ulteriormente", afferma infatti Daniella Lützelschwab, responsabile del settore Mercato del lavoro dell'Unione svizzera degli imprenditori (USI).
Le otto misure proposte sono appunto l'aumento delle ore lavorate, il rendere il lavoro maggiormente redditizio, con una miglior conciliabilità lavoro-famiglia che permetta ai genitori di avere entrambi la stessa percentuale lavorativa, il far lavorare più a lungo e con orari flessibili, il valorizzare la formazione professionale, oltre che il tenere aperta la porta dell'immigrazione e far restare nel mercato del lavoro anche chi ha disabilità.
L'USI si oppone dunque a qualsiasi misura che voglia ridurre gli orari, anzi chiede di "creare le condizioni quadro per le aziende e la società in modo tale che i dipendenti motivati siano in grado di lavorare di più. Nel farlo, è importante anche eliminare i falsi incentivi".
Nell'ambito della conciliabilità tra famiglia e lavoro, "se entrambi i genitori devono partecipare al mercato del lavoro con percentuali di lavoro elevate, devono poter contare su strutture di assistenza all'infanzia ben funzionanti e disponibili ovunque. Gli asili nido e le scuole diurne devono essere promossi maggiormente. Ogni franco statale che sovvenziona l’accudimento extrafamiliare deve essere destinato ad un lavoro supplementare o alla formazione e non ad un aumento del tempo libero. Da parte loro, nelle loro aziende i datori di lavoro devono offrire condizioni di lavoro favorevoli alla conciliabilità lavoro-famiglia, così da rispondere in modo specifico alle esigenze dei genitori che lavorano. Inoltre, dove possibile, trovano soluzioni flessibili per i genitori, in modo che la conciliazione tra famiglia e lavoro funzioni senza problemi. Vanno aboliti gli svantaggi per le coppie sposate e gli incentivi negativi all'occupazione, va introdotta la tassazione individuale. Non è più giusto allineare la tassazione alla prestazione economica. La tassazione individuale genererebbe fino a 60’000 nuovi impieghi a tempo pieno". Dovrebbe essere possibile flessibilizzare l'orario: "i genitori che lavorano dovrebbero poter terminare il lavoro lasciato in sospeso anche la sera, al di fuori del normale orario di lavoro, dopo aver trascorso del tempo con i bambini".
Destinate a far discutere sono le idee proposte per restare attivi più a lungo: "Oltre all'innalzamento generale dell'età di pensionamento, nuovi modelli di lavoro possono aiutare i lavoratori più anziani a rimanere più a lungo nel mercato del lavoro. Ad esempio può essere un percorso promettente la carriera ad arco: questo implicherebbe ridurre il grado di occupazione, rinunciare parzialmente alla responsabilità di conduzione per lavorare fino a 70 anni o più".
Per quanto riguarda il mondo della formazione, "è necessario risvegliare l'interesse dei giovani e dei loro genitori per la formazione professionale. È importante trasmettere in una fase precoce, soprattutto alle giovani donne, profili professionali adeguati e i vantaggi della formazione professionale. Inoltre può aumentare il riconoscimento della formazione professionale e della formazione professionale superiore, l'introduzione di una laurea e di un master orientati alle professioni". Si vogliono anche spingere i giovani a scegliere indirizzi di studio dove c'è richiesta, per evitare quelli che vengono ritenuti costi inutili di formazione.
Infine, non bisogna chiudere le porte all'immigrazione volta al lavoro.