Le temperature stanno decisamente scendendo e il direttore di AET Pronini fa il punto della situazione: "In ogni caso la Svizzera si è tutelata, la quota di produzione di elettricità invernale dovrà aumentare, come l'uso delle rinnovabili"
BELLINZONA - Il Ticino questa volta non teme eventuali penurie di gas ed anche acqua. L'inverno si potrà insomma affrontare con serenità, parola di Roberto Pronini, direttore div AET, sentito dal Mattino.
Rispetto allo scorso anno, quando si temeva di non avere risorse sufficienti per scaldare le case e le aziende, sono cambiati diversi fattori: "il grado di riempimento dei bacini idroelettrici in Svizzera è in linea con le medie pluriennali, il parco nucleare francese è rientrato quasi interamente in esercizio e, al momento, non vi sono segnali che facciano temere un’imminente interruzione delle forniture di gas e di olio combustibile nel nostro Paese. La Confederazione ha inoltre tratto insegnamento dalla difficile situazione di un anno fa, mantenendo attive tanto le riserve idroelettriche da utilizzare in situazioni di carenza, quanto la centrale di riserva di Birr e ulteriori generatori di emergenza", spiega Pronini.
I consumi negli ultimi dodici mesi si sono ridotti del 5%, complici le temperature miti e, probabilmente, aggiungiamo noi, i costi elevati e le campagne di sensibilizzazione delle autorità. A livello geopolitico si è arrivati a una certa stabilità, perchè il gas russo, non più importabile a causa delle sanzioni per la guerra in Ucraina, è stato sostituito dal GPL proveniente da altri paesi. Certo, sostiene Pronini, temperature rigide verso la fine dell'inverno, quando "le scorte di acqua e di gas in Europa sono più basse, rappresentano sempre un rischio", motivo per cui "il cosiddetto “atto mantello”, approvato dalle Camere federali alla fine dello scorso mese di settembre, pone l’aumento della quota di produzione di elettricità invernale tra i principali obiettivi energetici che il nostro Paese dovrà raggiugere".
Per quanto concerne i prezzi, è sempre difficile prevederne l'evoluzione, a causa di "fenomeni climatici estremi, instabilità geopolitiche e imprevisti di natura tecnica ad impianti di produzione", per cui è fondamentale arrivare a aumentare la disponibilità di energia rinnovabile in Svizzera.