Gli allarmanti dati emersi da uno studio di Crif SA testimoniano la grave situazione in cui versa il tessuto economico svizzero e ticinese. Nel nostro Cantone hanno chiuso 48 tra bar e ristoranti e 64 ditte di costruzione in nove mesi
ZURIGO - Il tessuto economico svizzero e ticinese è in grave difficoltà. A testimoniarlo, gli allarmanti dati emersi dallo studio condotto da Crif Sa, organizzazione specializzata in sistemi informativi di credito e business. Nei primi nove mesi dell’anno, solo in Ticino, ben 467 aziende hanno dichiarato fallimento. A livello nazionale, nello stesso periodo, 24.209 aziende si sono cancellate dal Registro di Commercio, il 10,8% in più rispetto all’anno precedente. Il maggior numero di cancellazioni va ad azzerare il beneficio apportato dalle costituzioni di nuove aziende, pure in aumento del 2,2%, con una crescita netta in calo del 4,2%.
Benché a livello settoriale siano pochi i comparti non toccati dalla crisi, dall’analisi di Crif emerge che è quello della ristorazione a essere particolarmente colpito: 48 tra bar, ristoranti e servizi di ristorazione in Ticino hanno chiuso definitivamente i battenti. In crisi anche il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio (eccetto veicoli e motocicli), con 90 chiusure. Ma il dato più alto - con ben 64 fallimenti - riguarda i lavori di costruzione specializzati (preparazione di cantieri o l’installazione di impianti elettrici e idraulici. In ambito servizi finanziari e immobiliari sono, rispettivamente, 17 e 18 le attività chiuse nei primi nove mesi del 2024. Anche a livello nazionale il maggior numero di dichiarazioni di fallimento è stato registrato dal settore dei lavori di costruzione (1.135), seguito dalle attività di servizi di ristorazione (691) e dal commercio al dettaglio (518).