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Cronaca
10.10.2024 - 15:190

Siluro del portale cattolico Kath.ch contro Monsignor de Raemy sul caso di Don Rolando Leo

Lo spunto è l'intervento immediato da parte del vescovo di Coira contro un parroco del Canton Zurigo al centro di indagini per presunti abusi sessuali

Il Portale cattolico svizzero nell’edizione in lingua tedesca – Kath.ch - lancia un siluro contro l’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano Alain de Raemy. 

“Monsignor Bonnemain ha reagito rapidamente. Ha ritirato il presunto sospettato da un ambiente sensibile dopo che lo stesso è stato segnalato, e ha comunicato pubblicamente il caso. In questo modo ha agito in modo più netto rispetto al collega vescovo ausiliare Alain de Raemy, il quale, in qualità di amministratore della Diocesi di Lugano, ha permesso a un sacerdote, ora in carcere per presunta violenza sessuale (don Rolando Leo, ndr), di recarsi nel corso dell’estate in colonie di vacanza con giovani dopo la segnalazione di sospetti a suo carico”. 

L’articolo racconta il caso di un parroco di una località zurighese sospettato di “violazione dei confini” – quindi di molestie o abusi sessuali - nei confronti di una ragazza che all’epoca dei fatti era probabilmente minorenne. Il caso è attualmente al centro di indagini di polizia e non è ancora stato trasmesso alla Procura competente per i reati sessuali. È stata presentata una denuncia alla polizia cantonale di Zurigo, ha dichiarato il portavoce Patrick Céréda, in risposta a kath.ch: “Le indagini sono in corso e sottoposte a segreto investigativo”.

"Nell'ambito dell'indagine preliminare canonica – afferma dal canto suo, interpellata dal portale la portavoce della diocesi di Coira Nicole Büchel - il vescovo diocesano, monsignor Joseph Maria Bonnemain, ha adottato, come di consueto, misure cautelari nei confronti dell'esercizio dell'ufficio da parte del presunto colpevole".

In altre parole, scrive l’autore dell’articolo su Kath.ch, “ciò significa che probabilmente al parroco di una parrocchia del cantone di Zurigo è stato vietato ogni contatto professionale con minorenni (…). Né la Diocesi né le autorità inquirenti hanno specificato per ora in cosa consista questa ‘violazione del confine’, dove e quando sia stata commessa e quale reato ne potrebbe derivare. A seconda dell'età della presunta vittima, i confini possono essere tracciati in modo diverso”.

Mons. Joseph Maria Bonnemain, conclude la portavoce Nicole Büchel, “ha, come di consueto, incaricato l’autorità diocesana di svolgere un'indagine preliminare canonica”. Nel frattempo, il parroco è sospeso finché la magistratura non avrà chiarito il caso. Le sanzioni ecclesiastiche possono anche essere del tutto indipendenti dalle condanne penali.

 

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