CRONACA
Trafitta da un'aguglia imperiale, la storia di Giulia: morta inseguendo la sua passione
Il ricordo del fidanzato: "Viveva ogni giorno come se fosse l'ultimo. Era curiosa di conoscere il mondo"

INDONESIA/ITALIA - Amava il mare, Giulia. E in mare ha trascorso gli ultimi istanti di vita. La storia di Giulia Manfrini, 36enne di Venaria, è una storia di tristezza e incredulità. L'ultima foto postata sui social la ritrae sorridente in mare con il sole pronto al tramonto sull'Oceano Indiano. In Indonesia si stava allenando, in compagnia di alcuni amici, sull'amata tavola da surf. Le circostanze della morte di Giulia sono ancora tutte da chiarire: le urla, il sangue, il soccorso degli amici e il trasporto, purtroppo inutili, in ospedale. 

Le autorità locali avevano inizialmente parlando di un pesce. "Inaspettatamente le è saltato addosso e l'ha colpita in pieno petto", aveva spiegato Lahmudin Siregar, responsabile dei disastri delle Isole Mentawai. Il padre di lei, invece, aggiunge altri particolari. Secondo quanto riferito dagli amici, "a colpire Giulia all'altezza del costato sinistro, causandole una ferita lunga cinque centimetri, sarebbe stata una aguglia imperiale".

"Viveva ogni giorno come se fosse l'ultimo - la ricorda oggi Massimo, il fidanzato -. Era sempre sorridente, molto solare e curiosa di conoscere il mondo. Aveva un'estrema voglia di vivere che travolgeva chiunque incontrasse". Un entusiasmo contagioso anche attraverso i social, come si evince dalle foto, i video e i tantissimi commenti presenti sulla sua pagina Instagram.

Quello di Giulia "non è un caso isolato nelle acque dell'Oceano Indiano. L'aguglia imperiale si trova anche nel Mediterraneo, ma non si sono finora registrati attacchi all'uomo", spiega a La Stampa Antonio Di Natale, biologo marino, consulente per l’Onu e la Commissione europea sui grandi pelagici. E ancora. "Non è facile comprendere quale sia il pesche che attacca l'uomo, soprattutto in casi mortali e senza testimoni".

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