Il primo attentato risale all'estate. Il secondo, che ha coinvolto una bimba di 12 anni, a lunedì scorso
GINEVRA - A Ginevra cresce la paura per i pacchi bomba che hanno colpito due famiglie legate alla celebre azienda di orologi Patek Philippe, ferendo un adulto e una bambina di 12 anni. Le autorità indagano sulla possibilità di una vendetta o di un ricatto dietro questi attentati, accomunati dal bersaglio: dipendenti della maison orologiera.
Il primo attacco risale alla fine di agosto, nel quartiere di Saint Jean. Intorno alle 7.15, il proprietario di un appartamento trova un sacco dell'immondizia fuori dalla porta di casa. Notando del liquido fuoriuscire, lo solleva, ma il sacco esplode, ferendolo leggermente alle gambe. Le prime indagini della polizia si sono concentrate su due piste: la vita personale della vittima e il suo impiego come ingegnere meccanico presso Patek Philippe. Gli investigatori hanno quindi esplorato possibili motivazioni legate all'ambiente lavorativo, valutando anche l'eventualità di minacce o tentativi di ricatto indirizzati all'azienda.
La seconda esplosione, avvenuta lunedì scorso a Grange-Canal, ha avuto conseguenze più gravi. Intorno alle 16, un pacco bomba nascosto in una cassetta delle lettere di un palazzo è esploso mentre una bambina di 12 anni lo apriva, causandole gravi lesioni che hanno richiesto un intervento chirurgico. Anche in questo caso, il bersaglio sembrava essere un ingegnere specializzato in meccanismi e dipendente di lunga data di Patek Philippe.
Le autorità stanno ora cercando di ricomporre il puzzle di questi episodi. Quattro gli elementi chiave: il legame evidente con l'azienda, l'ipotesi che l'attentatore sia un ex dipendente o un concorrente ben informato, il livello di competenza tecnica necessario per costruire gli ordigni, e il tempo trascorso tra i due attacchi. Gli investigatori si chiedono se l'attentatore abbia pianificato la pausa tra gli episodi per studiare le reazioni o scegliere un nuovo bersaglio. Inoltre, l'uso di metodi differenti – un sacco dell'immondizia e una cassetta postale – suggerisce una conoscenza approfondita delle abitudini delle vittime e un'attenta ricognizione.
La Patek Philippe ha già invitato i dipendenti a mantenere la massima allerta, temendo che l'attentatore possa colpire di nuovo quando l'attenzione calerà. Nel frattempo, la polizia continua a indagare, cercando di identificare un responsabile e prevenire ulteriori attacchi. La tensione rimane alta, e il rischio di nuovi episodi rende l'aria a Ginevra sempre più pesante.