CRONACA
Milano dichiara guerra al fumo. Tolleranza zero dal 1° gennaio
La misura, che estende a tutte le aree pubbliche il divieto già in vigore dal 2021 in alcuni luoghi come parchi e cimiteri, mira a ridurre l’inquinamento atmosferico

MILANO - Sarà un 2025 di sigarette in solitaria per i tabagisti. Con il nuovo anno scatterà infatti la seconda fase del regolamento per la Qualità dell’Aria, approvato dal Consiglio comunale nel 2020, che vieta di fumare all’aperto, almeno che non si rispetti una distanza minima di 10 metri dagli altri.

Le sanzioni

La misura, che estende a tutte le aree pubbliche il divieto già in vigore dal 2021 in alcuni luoghi come parchi e cimiteri, mira a ridurre l’inquinamento atmosferico. Nel caso in cui non si dovessero rispettare le disposizioni, si rischiano sanzioni dai 40 ai 240 euro.

I 10 metri di distanza

Dal 1° gennaio il divieto di fumare sarà «esteso a tutte le aree pubbliche o a uso pubblico all’aperto, incluse vie e strade». Le uniche eccezioni? «Le aree isolate in cui è possibile rispettare la distanza di dieci metri da altre persone».

Via libera alle sigarette elettroniche

Il Comune sottolinea che il divieto riguarda «solo i prodotti del tabacco», sono esenti da limitazioni le sigarette elettroniche.

Niente fumo nei dehors

Nodo sciolto dall’amministrazione anche sui plateatici: dal primo gennaio non sarà possibile mettere mano al pacchetto nemmeno nei dehors dei locali pubblici, rientranti nell’accezione di «spazio ad uso pubblico».

Le motivazioni del divieto

Il divieto di fumo è stato introdotto con l’intento di ridurre il Pm10, cioè le particelle inquinanti nocive presenti nell’atmosfera, «per migliorare la qualità dell’aria della città, a tutela della salute dei cittadini e delle cittadine, comprendendo altresì la protezione dal fumo passivo nei luoghi pubblici, frequentati anche dai più piccoli», sottolinea il Comune in una nota.

L'obiettivo per il 2050

La misura è contenuta nel Piano Aria Clima, il documento programmatico che ha stabilito una serie di provvedimenti, che entreranno in vigore a scaglioni negli anni, mirati a ridurre della metà le emissioni di anidride carbonica nel 2050.

Il 7% delle polveri sottili

«Il fumo di sigaretta, secondo i dati di Arpa Lombardia, è responsabile per il 7 per cento delle emissioni di polveri sottili», sottolinea l’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi, aggiungendo che la misura «è in primis un’azione di sensibilizzazione che punta a scoraggiare stili di vita che sappiamo essere dannosi per la salute di tutte le persone, non solo dei fumatori».

Finora solo 14 multe in 3 anni

Tenendo in considerazione le sanzioni erogate dai vigili negli ultimi anni la misura potrebbe rivelarsi dissuasiva piuttosto che punitiva. Finora sono state 14 le multe staccate in tre anni dall’entrata in vigore del divieto di fumo. Il provvedimento — che dall’anno prossimo sarà esteso a tutte le aree pubbliche — è previsto dal 2021 solo in alcuni luoghi come le fermate dei mezzi pubblici, i parchi, le aree verdi, i cimiteri e le strutture sportive. I vigili in 36 mesi hanno multato 14 persone di cui sette nel 2021: sei verbali sono stati fatti alle pensiline e alle fermate dei mezzi pubblici, solo una sanzione è stata data nelle strutture sportive. L’anno dopo le multe comminate sono state sei, tutte alle pensiline e alle fermate dei mezzi pubblici e taxi. Nel 2023, ultimo anno disponibile, c’è stato un unico verbale, fatto per trasgressione del divieto di fumo nelle strutture sportive.

Le proteste

La misura, accolta con favore dagli ambientalisti, è contestata dai tabagisti. La federazione italiana dei tabaccai ha già iniziato una battaglia legale. Si è in attesa che si pronunci il Consiglio di Stato, dopo il rigetto da parte del Tar del ricorso proposto dalla categoria.

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