Con Giovanni Jelmini parliamo anche della presa di posizione del Consiglio di Stato sul mandato negoziale con l’UE
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I sindacati Vpod, Ocst e Sit ribadiscono la ferma opposizione al “taglio salariale” per i dipendenti pubblici – il cosiddetto “contributo di solidarietà” previsto nel preventivo 2024 – e chiedono la “piena compensazione del carovita”. Lunedì prossimo, in concomitanza con la sessione del Gran Consiglio dedicata al preventivo, organizzeranno un sit-in davanti a Palazzo delle Orsoline e a fine febbraio uno sciopero. Non solo: i sindacati non escludono di ricorrere alle urne con due iniziativa popolari. La prima per eliminare il Decreto Morisoli (che però scadrà nel 2025), la seconda “per creare un moltiplicatore unico delle persone giuridiche, che elimini i paradisi fiscali comunali e suddivida equamente le risorse complessive tra Cantone e Comuni”.
Ne parliamo a Liscio e Macchiato con l’ex presidente del PPD (oggi Centro) Giovanni Jelmini.
Con lui, che fu fautore di un’alleanza politica tra il suo partito e il PLR, allora presieduto da Rocco Cattaneo, commentiamo anche l’editoriale di Jacopo Scarinci su LaRegione: “Essere stati per troppo tempo pretoriani del Consiglio di Stato e filogovernisti pancia a terra ha portato il Plr a diventare vittima sacrificale di intese dal sapore elettorale”. Jelmini condivide l’analisi e sostiene che il PLR oggi manca di leadership.
Apriamo poi un capitolo sulle imposte. “Sui sussidi una piccola e purtroppo insufficiente vittoria, la vera battaglia sarà combattere gli sgravi ai ricchi”, afferma la copresidente del Ps Laura Riget intervistata da LaRegione. Mentre il Blick parla dei preventivi sballati dei Cantoni: nel 2021 i Cantoni hanno commesso complessivamente un errore di ben 8,3 miliardi di franchi, l’anno successivo di 7,7. Secondo Avenir Suisse, quei miliardi in più entrati nelle casse cantonali andrebbero restituiti ai contribuenti. Evidentemente non è il caso del Ticino, confrontato con disavanzi anziché con utili. Di imposte si occupa anche la NZZ.
Chiudiamo con la presa di posizione del Consiglio di Stato sul mandato negoziale con l’Unione Europea di cui riferisce il Corriere del Ticino. Il Governo pone l’accento sulla necessità di salvaguardare i diritti popolari e il mercato del lavoro: “Saranno di fondamentale importanza le misure di accompagnamento, in particolar modo per un cantone di frontiera come il Ticino”.
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