POLITICA E POTERE
Lo scandalo alla Carità di Locarno, il CdA dell'EOC e i conflitti di interesse: Bignasca racconta tutte le sue verità
Il coordinatore della Lega, in un lungo articolo pubblicato sul Mattino, racconta la sua versione dei fatti: " Da parte mia nessun conflitto d'interesse. Abbiamo dato la priorità alla salute dei pazienti e all'efficacia della struttura"

LUGANO - Attilio Bignasca torna a parlare della vicenda delle false fatturazioni all'ospedale La Carità di Locarno e del polverone di polemiche che hanno investito l'Ente Ospedaliero. Il coordinatore della Lega è stato oggetto di numerose critiche, in quanto membro del CdA dell'EOC e al contempo Gran Consigliere. Esattamente come Paolo Beltraminelli e Daniele Caverzasio, finiti al centro del mirino per la doppia carica di amministratori e politici. A loro è stato principalmente imputato di non aver segnalato il caso al Ministero Pubblico, facendo prevalere il ruolo che ricoprono ai vertici dell'Ente rispetto alle cariche istuzionali che impongono, in caso di notizia in odore di reato, di rivolgersi allaPprocura. Come sappiamo il procuratore Generale John Noseda ha svolto un'inchiesta sui comportamenti assunti dai politici nel CdA dell'EOC è ha concluso che la legge non è stata violata. A Bignasca e a gli altri due, dai critici, è stato pure imputato un potenziale, se non relaizzato, conflitto di interesse. E tutto ciò che ne consegue.

Tutti nodi che oggi il numero uno di via Monte Boglia affronta in un articolo apparso sul Mattino della Domenica. Una pagina intera, un fatto inusuale per le abitudini di Bignasca, che raramente firma sul domenicale leghista e quando lo fa si tratta di pezzi molto brevi. Ma la vicenda, come detto, è piuttosto intricata e ha bisogno di un certo spazio per essere sviscerata. Per completezza di informazione riportiamo di seguito l'intero articolo pubblicato stamane sul Mattino.     

 di Attilio Bignasca

Visto che nella vicenda EOC si è fatto strumentalmente il nome dei politici che siedono nel Consiglio d’ammini­strazione dell’Ente ospedaliero per ac­cusarli di presunti conflitti d’interesse, mi pare opportuno chiarire alcune co­sette.

Sono stato nominato nel CdA EOC nel dicembre 2003. Non “dalla Lega” bensì dal Consiglio di Stato - nessuno degli allora “ministri” è oggi in carica - tramite messaggio ratificato dal Parlamento. In CdS, a quanto mi è dato di sapere, l’unica a fare delle difficoltà sulla mia nomina fu l’allora diret­trice del DFE Ma­rina Masoni. Ecco trovata, probabil­mente, la spiegazione dell’atteggiamento as­sunto nei miei confronti da Fabio Pontiggia, ex scudiero di Marina Ma­soni, sul Corrierone del Ticino quando scrive del­l’ospedale La Carità.

"Nessun conflitto di interesse"

La Lega ha proposto me poi­ché l’ex partitone non volle il primo nome indicato dal Movi­mento, ossia quello del com­pianto Dr. Giorgio Salvadè, che all’epoca era municipale di Lugano (quindi non ricopriva cariche cantonali di modo che il problema del conflitto d’interessi non si sarebbe nemmeno posto). L’ex partitone mise il veto su Salvadè con la scusa che era un me­dico. Da notare che nel 2011, quando l’ex partitone perse la maggioranza re­lativa in governo, si affrettò a desi­gnare nel CdA dell’Ente ospedaliero Ignazio Cassis: anche lui medico. Cas­sis venne fatto “spontaneamente” di­missionarequando diventò presidente dei cassamalatari di Curafutura.

Nel dicembre 2003, quale unico leghi­sta ho raggiunto nel CdA EOC Gio­vanni Jelmini (PPD) e Giovanni Merlini (PLR), entrambi deputati in Gran Consiglio (altro che l’esilarante slogan “via i politici dalle aziende pubbliche” incautamente adottato in tempi recenti da Rocco Cattaneo).

I verbali del Gran Consiglio dimostrano che il sottoscritto, dal 2003 ad oggi, non ha mai parteci­pato, come deputato in Gran Consi­glio, a votazioni o discussioni parlamentari che avessero come og­getto l’EOC (rapporti annuali, contri­buti, eccetera).

Sullo scandalo alla Carità di Locarno

Per quel che riguarda la notoria vicenda del viceprimario di chirurgia all’Ospedale La Carità di Lo­carno, il CdA dell’EOC ha scelto di privilegiare l’efficacia della struttura ­e quindi gli interessi della sanità tici­nese e dei pazienti - evitando l’allon­tanamento immediato del Dr S.

L’Ente ha preso comunque dei prov­vedimenti sanzionatori nei suoi con­fronti: è stata concordata – anche per evitare il rischio di risarcimenti a cin­que cifre, vedi il precedente in seno alla Sezione della Logistica, in caso di licenziamento in tronco – la chiusura del rapporto lavorativo per fine 2014, così da dare all’Ente il tempo necessa­rio per coprire il “buco” che avrebbe comportato la partenza del viceprima­rio e dei due capiclinica, ciò che avrebbe lasciato sguarnito il reparto.

Il viceprimario è inoltre stato ovvia­mente stralciato dal primo posto del­l’elenco dai candidati al ruolo di primario, nel concorso aperto da mesi per la sostituzione del primario ormai in età pensionabile. 

La fuga di notizie

Da notare che la notizia delle fattura­zioni falsate dalle errate indicazioni del viceprimario è stata portata a co­noscenza dei media solo dopo la no­mina del nuovo primario. Il che fa sor­gere il sospetto che dietro la divulga­zione ci sia la vendetta di qualche candidato scartato. Il nuovo primario – che viene dalla scuderia dell’attuale capo del Dipartimento di chirurgia, Dr. Raffaele Rosso - entrerà in funzione solo ad inizio luglio 2015: di conse­guenza l’ente si è visto nella necessità di mantenere in servizio l’ uscente fino alla fine del prossimo mese di giu­gno. Significativo pure che da tempo immemorabile la revisione esterna dell’EOC era affidata all’Ispettorato delle finanze prima, e al Controllo cantonale delle finanze poi. Questo fino a che la complessità dei sistemi di fatturazione non ha portato il CdS ha decidere che gli uffici cantonali non se ne sarebbero più occupati. L’Ente si è quindi rivolto nel 2013, dopo un pub­blico concorso, ad una ditta esterna specializzata. 

"Volevo lasciare, ma ora..."

Queste puntualizzazioni mi sembrano una doverosa risposta ai gufi ed ai giornalai di regime che si sono subito affrettati a pompare la vicenda delle fatture all’Ospedale La Carità per poter attaccare il Consigliere di Stato ed i due gran consiglieri leghisti che siedono nel CdA EOC. Ed è anche una risposta al presidente della Commis­sione della Gestione, il PPD Fabio Bacchetta Cattori, che si è arrogato competenze che spettano semmai all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, tematizzando la questione del mio comportamento di voto in par­lamento su temi che riguardano l’EOC. La verifica effettuata ha co­munque dimostrato la mia assoluta correttezza e trasparenza. Concludo con una nota personale: ero pronto ad uscire dal CdA EOC alla fine del corrente mese di ottobre, poi­ché a 71 anni ritengo opportuno la­sciare il posto ai giovani. Ma, se dessi le dimissioni ora, come avevo deciso da tempo, l’impressione che se ne ri­caverebbe sarebbe quella di una resa. O di un atteggiamento alla Capitan Schettino. Per cui, la partenza è stata rimandata; ed in casi analoghi a quello della Carità darò sempre la priorità all’interesse dei pazienti, a difesa della qualità della sanità ticinese. 
 

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