POLITICA E POTERE
Vietare la bandiera europea in Ticino? Dieci deputati in coro sulla proposta Bignasca: "No al divieto, ma obbligo di esporla con i nostri vessilli"
Ghisletta: "Polemichetta". Ay: "Demagogia". Jelmini: "Un problema?". Ghisla: "Boris parla con Borradori?". Rückert, Farinelli, Morisoli, Schnellmann, Bang, Mattei: "Devono esserci anche le nostre"

BELLINZONA – L’esposizione della bandiera europea sui palazzi comunali, martedì 5 maggio, anniversario del Consiglio d’Europa, ha suscitato reazioni contrastanti. E non è la prima volta…

Ci sono comuni, come Balerna, che l’hanno affiancata alle bandiere della Svizzera e del Comune. Altri, come la “leghista” Lugano, che esposto solo quella dell’Europa. Boris Bignasca, neodeputato leghista, ha preannunciato che presenterà una mozione per vietare l’esposizione del vessillo europeo sugli edifici e nei luoghi pubblici (leggi qui).
Abbiamo chiesto l’opinione su questo tema ad alcuni deputati di diverse aree. Praticamente tutti, da destra a sinistra, concordano: va bene la bandiera europea per sottolineare l’anniversario del Consiglio, purché sia accompagnata dai nostri vessilli. Non al divieto, dunque, ma usiamo il buon senso.

Alex Farinelli (PLR)

“Secondo me non è questione di vietare o non vietare di esporre la bandiera europea, ma di usare il buon senso. Credo che la Cancelleria dello Stato avrebbe dovuto raccomandare ai comuni l’esposizione anche delle bandiere svizzera e ticinese, o di quella comunale. E poi, visto che il tema si ripropone ogni anno in occasione dell’anniversario del Consiglio d’Europa, dovrebbe anche informare la popolazione, altrimenti la gente si trova sul proprio palazzo civico la bandiera europea senza sapere perché e giustamente qualcuno si irrita. Vietare è sbagliato, ma bisogna usare il buon senso. Boris Bignasca non ha tutti i torti a protestare: capisco che ci sia una certa sensibilità critica verso l’Unione Europea, soprattutto oggi. Ma ripeto: la regola va trovata con il buon senso, non con leggi o divieti”.

Lorenzo Jelmini (PPD)

“Vietare di esporre la bandiera europea? Ma questo è un problema? Di questo dobbiamo occuparci? Aiuta a migliorare l’occupazione dei nostri giovani? Migliore le condizioni economiche, permette il rilancio del Ticino? Migliora la sicurezza dei cittadini? Risolve i problemi della viabilità? Detto questo, ritengo che nel giorno dell’anniversario del Consiglio d’Europa, non sia sbagliato esporre alla bandiera europea a quelle svizzera e ticinese!”.

Amanda Rückert (Lega)

“Lo stemma che raffigura 12 stelle dorate poste in cerchio su sfondo blu è stato adottato negli anni '50 come bandiera del Consiglio d'Europa.  Nel 1985 è stato adottato anche dalla CEE e dall'entrata in vigore del Trattato di Maastricht, rappresenta sia il Consiglio d'Europa, che l'Unione europea. La Svizzera è membro del Consiglio d'Europa dal 1963. È un organismo che ha lo scopo di garantire la pace, difendere i diritti umani, la democrazia e di promuovere una cultura europea, questioni che poco hanno a che vedere con la libera circolazione delle merci, delle persone, dei capitali e dei servizi, ovvero con i principi cardine dell'Unione europea. Il 5 maggio ricorre l'anniversario del Consiglio d'Europa, nato proprio questo giorno del 1949, all'indomani della fine della Seconda guerra mondiale. Unicamente per tale ragione molti Comuni del nostro Cantone hanno accolto l'invito della Cancelleria di esporre la bandiera nella giornata di martedì.Capisco che possa dare fastidio, soprattutto perché oramai nell'immaginario collettivo quel vessillo è associato unicamente all'Unione europea. Partendo dunque da questo presupposto, se la bandiera fosse costantemente esposta su stabili pubblici in Ticino 365 giorni all'anno darebbe fastidio anche a me, ma dato che molti Comuni l'hanno esposta unicamente per ricordare una ricorrenza, la cosa non mi disturba particolarmente, anche se ritengo giusto che vada esposta unicamente se accompagnata dal vessillo rossocrociato e da quello ticinese. In generale, credo che l'esposizione di bandiere straniere (perlomeno su stabili pubblici) debba essere possibile unicamente se accompagnata da bandiere svizzere di uguali dimensioni, come richiesto da una mozione depositata da Lorenzo Quadri nel 2010, purtroppo respinta dalla maggioranza del Gran Consiglio. Sui banchi del parlamento pende ancora una proposta simile, formulata da Stefano Fraschina nel 2013, che chiede di elaborare una base legale che imponga, a livello comunale e cantonale, nelle sedi istituzionali, l'esposizione permanente della bandiera svizzera (io auspicherei anche quella del Ticino). Questa mozione verrà discussa prossimamente in Gran Consiglio”.

Fabio Schnellmann (PLR)

“Viviamo già in un'epoca e in un paese dove ci sono troppi proibizionismi. Forse vietarla no ma il buon senso e l'auspicata sensibilità, che dovrebbero avere gli amministratori comunali, consiglia di non esporre una bandiera che nulla ha a che fare con la nostra Nazione, e che nell’immaginario collettivo rappresenta l’UE, senza accostarle le nostre bandiere, svizzera e ticinese”.

Sergio Morisoli (La Destra)

"È sbagliato proibire l'esposizione della bandiera Europea. Ma bisognerebbe invece imporre che ogni volta che viene esposta è d'obbligo affiancarle anche quella Svizzera. Si potrebbe anche aggiungere che quella Svizzera dovrebbe essere più grande di quella dell'EU, pensiamoci!".

Raoul Ghisletta (PS)

“Quella di Boris Bignasca è polemichetta. Non mi piace l'attuale Unione europea liberista, che nel 1985 ha scippato la bandiera del Consiglio d'Europa, di cui fa parte anche la Svizzera dal 1963. Il Consiglio d'Europa difende i diritti umani, la democrazia parlamentare e il primato del diritto. Obiettivi sacrosanti. Il 5 maggio si festeggia la nascita del Consiglio d'Europa e il 9 maggio si ricorda la capitolazione della Germania nazista”.

Massimiliano Ay (PC)

“Proibire la bandiera europea come chiede Bignasca significa fare demagogia e banalizzare i problemi! Sia chiaro: noi comunisti siamo contro l’adesione della Svizzera all’UE e quella bandiera purtroppo oggi rappresenta tutt’altro che pace e diritti umani, ma da qui a vietare di esporre il vessillo di una realtà istituzionale che esiste e con cui la Svizzera - che non è autarchica - ha ovviamente delle relazioni è assurdo: al di là che non è di competenza cantonale, creerebbe problemi diplomatici e andrebbe quindi contro la vocazione neutrale del nostro Paese. Noi politici dobbiamo piuttosto occuparci dei problemi reali determinati dalle politiche liberiste che vanno di moda sia in UE sia in Svizzera, piuttosto che perdere tempo con inutili divieti simbolici. Bignasca non è nuovo a queste boutade: in passato aveva pure proposto che la Svizzera invadesse militarmente la Libia… facciamo i seri, suvvia!
La bandiera del Consiglio d’Europa (a cui la Svizzera aderisce) è stata in seguito adottata anche da quella che oggi si chiama Unione Europea. È chiaro che ciò crea confusione e malcontento fra i cittadini e quindi un po’ di cautela in più per la “Giornata d’Europa” sarebbe saggia. Se già il Consiglio d'Europa in sé è responsabile di una visione a senso unico di alcuni valori eurocentrici che non necessariamente come marxisti condividiamo, dobbiamo renderci conto che ancora di più l’UE è oggi quella delle banche, imperialista e guerrafondaia, che ha mandato sul lastrico la Grecia e che ha supportato il golpe fascista in Ucraina. Inutile quindi perdersi in idealismi comunitari e cosmopoliti, questa UE di nobili intenti ne ha ben pochi. 
Il 6 maggio 2009 - durante la mia prima legislatura in consiglio comunale a Bellinzona - interpellai il Municipio sull’esposizione di quella bandiera. In quell’intervento chiedevo effettivamente che almeno si rispettasse il protocollo cantonale che prevede l’esposizione degli altri vessilli locali. Le mie bandiere sono quelle della difesa dei lavoratori, non mi occupo solitamente di bandiere nazionali e simili, ma penso che una tale misura eviterebbe polemiche e non sarebbe recepito come una provocazione da parte della cittadinanza euroscettica”.

Simone Ghisla (PPD)

“Problemi decisamente grassi, ma condivido l'opinione che ogni bandiera estera deve essere esposta assieme al vessillo rossocrociato. A Bignasca chiedo invece come mai da palazzo Civico sventolava imperante la bandiera europea. Ma lui si parla con il sindaco Marco Borradori? I bimbi sono stati trovati nuovamente (come per la tassa sul sacco) con le dita nella marmellata. Beh, sempre meglio nella marmellata che nel sacco. Acta non verba”.

Germano Mattei (Montagna Viva)

“Perché proibire? Pur essendo fermamente Patrizio di Peccia, Valmaggese, ticinese e Svizzero italiano, fieramente cittadino Svizzero, mi sento anche di appartenere all'Europa, nostro continente di riferimento. La condivisione e L'Unità tra i popoli è un elemento di aggregazione e non di divisione. Ama il tuo prossimo come te stesso, anche se non è sempre facile e agevole, mi porta a concludere che l'esposizione della bandiera Europea accanto ai nostri vessilli non mi infastidisce in nessun modo. Sono aperto al mondo ma non rinnego le mie origini. Dov'è il problema infine? Il solito pensare che siamo l'ombelico del mondo? Buona giornata ho problemi ben maggiori che mi aspettano”.

Henrik Bang (PS)

“Il consiglio d'Europa è un’organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa. Fu fondato il 5 maggio del 1949 col trattato di Londra e conta oggi 47 stati membri. La Svizzera è membro dal 6 maggio del 1963. Personalmente l'esposizione della bandiera europea lo scorso 5 maggio non mi ha dato fastidio, d'altronde la Svizzera è membro di questo consesso. Chiaramente auspicherei anche la presenza della bandiera ticinese e Svizzera che a mio parere devono essere sempre esposte”.

emmebi
 

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