La direttrice delle Scuole di Locarno: “Troviamo la forza d’andare avanti, al suono di una certa autonomia, consoni del fatto che l’uguaglianza assoluta non esiste in questo basso mondo, che è un’illusione volerla imporre”
di Elena Zaccheo (da Opinione Liberale) *
La scuola va avanti, i docenti condividono con i loro allievi conoscenze ed esperienze, sane attività sportive e ricreative. Attività ricreative? Uscite? Piscina? Ma si ha il brevetto di salvataggio? Si è ottenuto il permesso scritto dei genitori? La direzione della scuola ha dato il suo avallo? Qual è lo scopo didattico dell’uscita? Quanto si spende? E così via…
Tutte precauzioni indispensabili, poiché i pericoli sono sempre più grandi, i trasporti sempre più cari, sempre più minacciose le conseguenze in caso di disguidi, senza parlare poi di un eventuale incidente: le autorità intervengono, indagano, biasimano, condannano; i genitori gridano, denunciano, si scandalizzano, calunniano.
Succede un fatto eccezionale in questo nostro mondo, a livello locale o internazionale? Ci si può permettere d’introdurre l’argomento, di interesse generale, formativo, che suscita discussioni e ricerche collettive o personali, che permette una presa di posizione da parte degli allievi?
Ma stiamo diventando matti? Non ci si può concedere un tale lusso: c’è un programma preciso, quasi dettagliato al minuto; ci sono dei lavori da eseguire, quasi gli stessi dappertutto, per una questione d’uguaglianza di giudizio e di trattamento, ma anche per la paura di un processo intentato da genitori troppo puntigliosi e alquanto paurosi, molto protettivi, e poi per evitare conflitti con le autorità, tremolanti per necessità, scelta politica o codardia, che sanno solo difendersi con testi di legge e burocrazie varie.
Burocrazia, amministrazione, formulari da riempire, scadenze fisse irrevocabili.
Che bello! Tutti insegnano la stessa cosa, dappertutto nel cantone, con un’encomiabile struttura che si andrà affinando d’anno in anno.
Mi sembra che un sistema politico e scolastico simile sia già stato messo in atto alcuni decenni fa, in altre parti del mondo, sistema poi contestato e caduto in disuso, ma mai dimenticato. Certo, è comodo e redditizio evitare le diversità: si danno direttive precise ed irrevocabili, si impongono pochi procedimenti, ma molto chiari, e si evitano ostacoli, spiacevoli situazioni, spese giuridiche noiose e pesanti.
Che strano! Sembra che ci siano tanti docenti in difficoltà, che s’ammalano, sono assenti, danno le dimissioni. I docenti del giorno d’oggi – si dice - non sono più quelli d’una volta, sani come un corno, perseveranti, capaci.
Però i docenti del giorno d’oggi sono ben preparati, i mezzi didattici a disposizione sono efficaci, gli edifici scolastici spesso luminosi, ampi, moderni.
Ma sarebbe così fuori testa pensare che questi docenti siano scalfiti dal sistema stesso dell’ordinamento scolastico attuale? siano appesantiti da continui interventi di certi genitori troppo concentrati sulla propaganda da loro messa in atto per imporre un modo di vita molto adatto alla loro progenitura, ma forse un po’ meno consono al resto dell’edificio scolastico o dell’insieme degli allievi del Canton Ticino? siano demoralizzati dall’impossibilità d’insegnare con più fantasia, dando così adito agli allievi di sviluppare tutta la loro personalità? si perdano nel limitato spazio, sempre più attorniato da alte e perverse mura, del loro agire personale, che dà entusiasmo a chi doce e a chi è reso edotto, in stretta collaborazione, non in inadattato autoritarismo cattedratico?
C’è il pericolo che una scuola simile diventi asmatica, e poi agonizzi per anni. Così gli allievi, mal preparati, “agonizzanti”, “asmatici” e “pericolanti”, sarebbero sempre più inadatti a trovare un posto in un mondo lavorativo che si fa sempre più complesso ed esigente, perderebbero la capacità di creare, saper dialogare, discutere, disquisire, essere indipendenti, coraggiosi, intraprendenti, semplicemente umani.
C’è il pericolo che le varie sedi del Cantone, persa quella certa autonomia che le fa adatte al luogo, alle tradizioni del posto, a positive mentalità, si disgreghino in un immobilismo burocratico fortemente sedativo.
C’è il pericolo che la nostra scuola pubblica scada qualitativamente a un punto tale che la sola soluzione ancora valida sarebbe la scuola privata, per chi se la può permettere, e si tornerebbe a una scuola a più livelli, ma negativi: chi è possidente e chi non lo è, chi si prepara a poter condividere le proprie conoscenze per il bene dell’umanità, chi si erge a dirigere perché figlio di giusta famiglia e chi non potrà mai permettersi di guardare in su, perché manca la scuola pubblica atta a dare una mano a chi potrebbe, ma non può.
Certe volte si sarebbe portati a pensare che fissurare la scuola pubblica per dar vita a privati corsi o ad insegnamenti casalinghi (facciamo tutto noi, in casa; tutto bio!) sia un programma voluto, didattico, politico, statale. Non umanità, ma rendimento, a qualsiasi prezzo.
Ma non si può porre rimedio? Il tempo suggerisce soluzioni più moderate.
È indispensabile che teste audaci e ben fatte lottino per evitare terremoti catastrofici, inondazioni distruttive, colate di fango paralizzanti. L’eccesso d’amministrazione e la riduttività cerebrale sono da mettere al bando, e non solo nella scuola. La libertà, anche solo un pizzico, trova soluzioni originali a problemi locali, nel rispetto della collegialità e della didattica cantonali, stimola, entusiasma, è primaverile, semina colori, dà vera vita.
E allora troviamo la forza d’andare avanti, al suono di una certa autonomia, consoni del fatto che l’uguaglianza assoluta non esiste in questo basso mondo, che è un’illusione volerla imporre, che avrebbe brutta cera, una cera da triste e pericolosa ... “dittatura”.
* direttrice Scuole comunali di Locarno