Il direttore della Regione: "Le offerte di lavoro non dovrebbero essere utilizzate smaccatamente per cercare di influenzare le regole del gioco! Non per niente quel messaggino è finito (più che opportunamente) in Procura"
BELLINZONA - “Perché, di fronte all’emergere di uno scandalo politico, spesso succede poco o nulla?”. Se lo chiede stamane il Matteo Caratti, lanciando un j’accuse ai partiti politici rei, a suo dire, di non esprimersi sulle vicende più scattanti perché ognuno deve fare i conti con il proprio tallone d’achille.
Il direttore della Regione, per innescare il suo ragionamento, prende ad esempio l’ultimo clamoroso fatto di cronaca: “Perché emerso l’sms inviato dal presidente del Cda dell’Ente ospedaliero cantonale Paolo Sanvido al dottor Giovanni Pedrazzini (‘Ti offro il primariato della cardiologia all’Eoc, puoi chiedermi tutto quello che vuoi’) e finito diritto in Procura, le reazioni politiche stentano? Già da venerdi (quando il fattaccio è venuto a galla) avremmo voluto chiedere al sempre-presente-sui-socialministro-Beltraminelli una dichiarazione, anche solo per sentirci dire che ‘così non va’. Nulla da fare: ha scelto di eclissarsi. Ma, ecco il fatto ancor più sorprendente, mentre il ‘Beltra’ tace, anche gli altri non prendono l’incandescente sanvidiana palla al balzo”.
“Voglia di smorzare sul nascere possibili polemiche e chiudere il caso? Perché? - si chiede ancora Caratti - Che, su invito dei giornalisti, il presidente del governo Claudio Zali abbia esternato, bollando quell’sms di ‘improvvido’, non cambia certo il ragionamento. E allora come mai tanta prudenza? C’è qualcuno pronto a battere un colpo? Non è forse normale condannare pubblicamente il presidente di un Ente pubblico che promette ad un ‘big’ di una struttura privata e concorrente un posto di lavoro pubblico? Se un posto di lavoro è privato nessun problema, ma qui siamo nel settore pubblico, dove i posti – suvvia, almeno per salvare le apparenze! – dovrebbero venir assegnati su concorso e decisi in base alle qualifiche professionali di chi si presenta. Di più: le offerte di lavoro non dovrebbero essere utilizzate smaccatamente per cercare di influenzare le regole del gioco! Non per niente quel messaggino è finito (più che opportunamente) in Procura. Comunque sia: l’ovattato silenzio regna”.
“Stavolta - scrive ancora Caratti - tace anche la Lega, che di solito ne ha una per tutti. Tace pure il Mattino! Forse perché la bombetta gli è scoppiata in casa? (…) Zitti se ne stanno anche i socialisti. Come mai? Forse che il processo al funzionario del Dss (targato Ps e militante di lungo corso) per reati sessuali li ha un tantino narcotizzati? (…) In questo periodo pre-elettorale – altra spiegazione non troviamo – sollevare troppa polvere in casa altrui non paga. Già, perché poi ci sarà sempre qualcuno pronto a rimproverarti le tue di magagne”.
“Del resto, cambiando parrocchia - conclude il direttore della Regione - che ha fatto (al congresso azzurro e ancora ieri in parlamento) il presidente Dadò? Non una parola sullo scandalo Argo, ma giù un paio di belle legnate sui socialisti sempre per via di quel processo al funzionario Ps. Come dire: state calmi, non siete nella posizione di calare lezioni. E se lo fate, occhio al boomerang. E i liberali? Meglio anche per loro non tirare troppo la corda, perché anche se recentemente non hanno fatto particolari passi falsi, c’è sempre stato chi ha tentato (ancora lunedì in parlamento) di far ricadere anche su di loro qualche responsabilità minore nella vicenda Argo 1 e, di sponda, nella cordata per la Città dei Mestieri. Ma l’elettore che ne pensa?”