Nessuna prova di forza da parte del Consiglio Nazionale, che non ha voluto mettere condizioni all'UE per concedere i soldi, neppure quella ventilata e legata al riconoscimento della borsa svizzera
BERNA – Sì al miliardo di coesione, senza condizioni precise in cambio, salvo quella che l’UE non debba adottare misure discriminatorie nei confronti della Svizzera. Il Nazionale oggi ha dato il via libera al versamento di 1,3 miliardi diluiti in 10 anni.
Contraria l’UDC, che ha usato la discussione per denunciare l’accordo quadro, chiedendo quasi una prova di forza. Che non c’è stata: la richiesta di non entrare nel merito è stata respinta, così come quella democentrista e liberale di rinvio al Consiglio Federale.
E così il dossier torna agli Stati, perché sono stati raddoppiati i mezzi da destinare a paesi con forte pressione migratoria come Italia e Grecia.
Per chi ha votato sì, l’importanza di aiutare i paesi dell’Est a svilupparsi è stata maggiore di quella di dare una prova all’UE, a nulla è servito l’urlo dell’UDC che si sta svendendo la Svizzera.
Qualcuno aveva ipotizzato di condizionare il miliardo di coesione al riconoscimento da parte europea della banca svizzera, ma per altri i soldi in ballo erano troppo pochi, e per Cassis si sarebbero legati in modo insidioso temi del tutto diversi tra loro. La maggioranza li ha ascoltati, non chiedendo contropartite.