POLITICA E POTERE
Sì del Gran Consiglio al credito salva-Aeroporto. Biscossa: "Irragionevole e illusorio". Zali: "Sinistra paradossale"
Dibattito infuocato sul finanziamento a Lugano-Airport. Il ministro: “II paradosso è vedere la sinistra che si batte per smantellare una società pubblica e lasciare a casa i suoi dipendenti”
TiPress/Davide Agosta

BELLINZONA – Sì al salvataggio di Lugano Airport. Dopo un lungo dibattito - presenti in tribuna anche alcuni dipendenti dello scalo - il Gran Consiglio ha approvato oggi (con 57 sì e 24 no) il messaggio varato dal Governo per garantire la sopravvivenza dell’aeroporto. Messaggio che prevede l’aumento della quota azionaria del Cantone nella Lugano Airport SA (LASA) dal 12.5% al 40%, lo stanziamento di un credito di 2,4 milioni per ricapitalizzare la società, di altri 920'000 franchi per la copertura della quota parte delle perdite cumulate, e di un credito annuo di circa mezzo milione per la gestione corrente dello scalo fino al 2024.

 

Lugano Airport vince dunque il primo round, ma ora tocca al Consiglio comunale di Lugano fare la sua parte. E a questo proposito, all’inizio della seduta Anna Biscossa a nome del PS ha chiesto il rinvio del messaggio a dopo la decisione di Lugano, che dovrà esprimersi a fine mese sul rifinanziamento della LASA.

 

“Non è giusto – ha detto - che chi come il Cantone detiene il 12,5% del capitale azionario debba esprimersi prima di chi detiene la maggioranza”.

Le ha replicato Alex Farinelli, a nome del PLR: “L’azionista di minoranza deve oggi dire a quali condizioni è disposto a salire a bordo. Il Gran Consiglio deve mettere un punto fermo sul quale Lugano possa costruire la strategia di rilancio dell’aeroporto. Procrastinare questa decisione creerebbe ambiguità”.

Sulla stessa linea il capogruppo del PPD Maurizio Agustoni: “Dobbiamo una risposta chiara alla Città e per dire se ci siamo o no non c’è bisogno di attendere oltre”. “L’atto politico importante da decidere oggi è l’aumento della partecipazione del Cantone. Basta giochicchiare: è giunto il momento di prendere una decisione”, gli ha fatto eco il leghista Michele Foletti.

 

Alla fine la proposta di rinvio è stata respinta a larga maggioranza.

BIGNASCA E FERRARA: ECCO PERCHÈ LASA VA SALVATA

Nel corso del dibattito, Boris Bignasca, co-relatore di maggioranza del messaggio, ha sottolineato che ogni anno il Cantone spende 4 miliardi. “Ma stiamo litigano per 4 milioni – ha detto -. Mentre ne abbiamo appena stanziati 16 milioni per la strada del Lucomagno. Questo investimento è irrisorio rispetto ad altri legati alla mobilità”.

 

Bignasca ha anche osservato che sul caso aeroporto sono state pubblicate troppe fake news e ha messo l’accento sui posti di lavoro che senza il salvataggio andrebbero perduti.

 

“La politica è dialogo, non un soliloquio. Ben 13 commissari su 17 hanno firmato il nostro rapporto – ha aggiunto la co-relatrice Natalia Ferrara -: Lega, PPD, PLR e UDC sono unanimi. L’aeroporto offre un servizio pubblico, dà lavoro a molte persone, ha una valenza regionale sul piano turistico e fiscale e ha un potenziale di sviluppo”.

 

Seguendo la linea degli oppositori, ha detto, “avremmo già chiuso molti impianti di risalita e altre infrastrutture. L’unico argomento di chi oggi dice no è che l’aeroporto non funziona”.

 

Eppure il Consiglio federale ha inserito il nostro scalo in quelli regionali di interesse nazionale. E in questo senso è in corso una verifica per sapere se Swiss abbia l’obbligo di volare da Lugano.

 

La direzione a livello nazionale non è di chiudere ma di investire negli aerporti regionali, ha aggiunto Ferrara. “Comunque, senza la ricapitalizzazione la società fallirà. Il che significa niente più salari. E tra dismissione della struttura e costi sociali dei licenziamenti spenderemo molti più milioni di quelli che siamo chiamati a votare oggi”.

Il Paziente è malato? I malati si curano non si lasciano morire, ha concluso.

BISCOSSA E LA POSIZIONE DELLA MINORANZA

“Sarei contentissima di poter votare un credito per uno scalo con prospettive di voli di linea – le ha replicato la socialista Anna Bicossa, relatrice del rapporto di minoranza -. Ma qui stiamo tenendo in piedi un fantasma. La LASA ha visto dimezzarsi i passeggeri negli ultimi anni, crollare i movimenti aerei”.

È assurdo chiedere ai cittadini di finanziare la ricapitalizzazione, ha aggiunto: “Usiamo quei soldi per garantire un piano sociale per i lavoratori”.

 

I voli regionali di breve percorrenza stanno andando male in tutta Europa, ha concluso Biscossa, inoltre oggi ci sono Alptransit e un polo di aviazione fortissimo in Lombardia. “Sarebbe irragionevole e illusorio tornare a 20 anni fa. Cantone e comuni hanno messo sul tavolo 40 milioni di franchi e i risultati sono un deficit da fallimento”.

 

Per Biscossa, la soluzione è adottare la via alternativa, che non cancelli del tutto i posti di lavoro e l’indotto, affidando ai privati la gestione dell’aeroporto, “il che comporterebbe una transizione in cui tra Cantone e Comune spendiamo in tutto 8 milione. Non è una scelta contro i lavoratori, contro l’aeroporto, o lo sviluppo del Ticino. È un atto di realismo, che va preso con l’impegno formale da parte nostro a ricollocare i dipendenti che non dovessero trovare spazio nella nuova Lasa”.

GLI ALTRI INTERVENTI

Sul tema sono intervenuti anche diversi altri deputati. “Agno, come Berna, deve essere un aeroporto regionale con funzione di collegamento – ha detto la liberale Roberta Passardi -. Gli aeroporti principali saranno sempre più congestionati, dunque c’è margine per dare un futuro allo scalo di Lugano. La partecipazione dei privati è importante ma non bisogna svendere l’aeroporto per un tozzo di pane”.

 

Per il leghista Michele Guerra non vi sono alternative realizzabili: “La scelta è tra intervenire e ricapitalizzare la Lasa e lasciare che l’aeroporto muoia con effetti negativi sui posti di lavoro e sulla piazza finanziaria”.

 

Marco Passalia a nome del PPD ha ricordato che “stiamo parlando di soli 6 milioni… L’aeroporto va assolutamente salvato e rilanciato”.

 

Piero Marchesi a nome dell’UDC ha osservato che le colpe di questa situazione di crisi sono di tutti i partiti rappresentati a Lugano, compresa la sinistra. Occorre salvare i posti di lavoro e non sostituire voli e jet privati con un campo di patate.

 

Nicola Schoenenberger a nome dei Verdi ha definito il dibattito “troppo emotivo” e ha detto che la questione dei posti di lavoro è stata strumentalizzata, creando false illusioni.

 

Per la deputata del MPS Simona Arigoni Zürcher l’aeroporto serve l’interesse di pochi e di poche aziende di nicchia. Va dunque smantellato anche per motivi ambientali, in una regione che giâ soffre per un carico eccessivo, rivalorizzando un’area pregiata. E i lavoratori che perderanno il posto vanno ricollocati.

L'INTERVENTO DI CLAUDIO ZALI

Alla fine la parola è passata al ministro Claudio Zali: “Più della metà del capitale di Lasa – ha detto - è stato perso a causa del fallimento di due compagnie di linea. Ci occorre il tempo per tornare a volare su Ginevra, ma senza la ricapitalizzazione non avremo la credibilità finanziaria per farlo. Se Lasa sopravvive nel giro di qualche settimana sapremo se ci sarà la prospettiva di riprendere il collegamento con Ginevra e anche per chiarire il ruolo dei privati nel futuro dello scalo. Ma quello che l’azionista Cantone si aspetta è la loro partecipare nel contesto in un aeroporto votato anche ai voli di linea”. 

Anche Zali ha messo l’accento sul futuro dei 77 dipendenti di Lasa, “che senza approvazione del messaggio perderanno il lavoro e con loro quelli impiegati nelle aziende legate all’aeroporto”.

II paradosso, ha concluso, è vedere la sinistra che si batte per smantellare una società pubblica e lasciare a casa i suoi dipendenti.

 

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