"Per mantenere in vita quella che è a tutti gli effetti una tradizione spendiamo un esorbitante quantità di denaro e, purtroppo, alcune volte perdiamo anche delle vite. Addestrare a scenari insensati giovani apprendisti o studenti è sbagliato"
BELLINZONA - La morte del 21enne granatiere vodese ieri a Isone, durante una marcia, ha sconvolto il mondo dell'Esercito svizzero e non solo. Come poteva essere prevedibile, chi è contrario alla scuola reclute obbligatoria e al sistema svizzero di gestione delle Forze Armate è tornato alla carica.
I primi a esprimere cordoglio, sottolineando come la tragedia poteva essere evitata, sono stati i rappresentanti della Gioventù Socialista. "Una morte durante la scuola reclute ad Isone. Questo tragico fatto è avvenuto durante una marcia di prestazione e la vittima è un giovane ventunenne vodese. Questa morte, però, poteva essere evitata", si legge nel loro comunicato.
"In Svizzera, infatti, abbiamo optato per un esercito di milizia del tutto insensato se contestualizzato nella situazione geopolitica attuale. La capacità del nostro esercito nel 2020, infatti, è praticamente nulla e, anche se avesse una qualche utilità per difenderci da altre nazioni, i nuovi metodi di guerra superano di gran lunga i nostri mezzi. Dopo la fine della seconda guerra mondiale e con l’arrivo dell’atomica le guerre di milizia sono state superate e, pertanto, l’esercito svizzero risulta anacronistico", analizzala GISO.
Che conclude: "Per mantenere in vita quella che è a tutti gli effetti una tradizione spendiamo un esorbitante quantità di denaro e, purtroppo, alcune volte perdiamo anche delle vite. Addestrare a scenari insensati giovani apprendisti o studenti è sbagliato e, come abbiamo visto, a volte anche mortale".