Dopo il no alla CPI di ieri, sostenuto dai liberali, il partito prende di nuovo posizione: "sarebbe diventata un processo alle intenzioni, una caccia alle streghe e uno strumento di bassa propaganda politica, con toni inquisitori"
BELLINZONA - Il PLR conferma la sua contrarietà alla CPI sul "caso DSS", convinto che "sarebbe diventata un processo alle intenzioni, una caccia alle streghe e uno strumento di bassa propaganda politica, con toni inquisitori e prevedibile strumentalizzazione di aspetti delicatissimi" e commenta i pesantissimi attacchi social che sono seguiti alla seduta di ieri di Gran Consiglio.
"Il tenore di alcuni interventi durante il dibattito di ieri in Gran Consiglio a proposito della possibile istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) sul “caso DSS” ha lasciato purtroppo perfettamente intendere le vere finalità giustizialiste dei promotori", si legge in una nota.
Ma il peggio è arrivato dopo. "Purtroppo, nel dibattito che ha seguito la decisione della maggioranza del parlamento, la realtà ha però superato la fantasia. Lo squallore di alcuni interventi - anche e soprattutto a firma di rappresentanti eletti dal popolo - su differenti canali comunicativi - in particolare sui social media - non fa che confermare i peggiori timori espressi dal PLRT in sede di dibattito", fa notare il partito. Ovviamente si parla di Fiorenzo Dadò (ed anche di Tuto Rossi).
"Come partito fondato sui valori di libertà, giustizia e responsabilità ci batteremo con tutte le nostre forze per stigmatizzare questo genere di approccio, che sfrutta scientemente il paravento della difesa dei più deboli per meri fini personali. Non disdegnando neppure vili attacchi personali, ingiustificati e ingiustificabili, con grave disprezzo verso tutti coloro, rappresentanti di ogni partito politico che si sono permessi di dissentire, gravi al punto da mettere in discussione il principio della libertà d’espressione", prosegue.
E termina "esprimendo la nostra solidarietà a tutte le persone toccate da questo atteggiamento meschino e indegno di uno Stato di diritto. Ci aspettiamo allo stesso modo da parte di tutti coloro che condividono i principi della democrazia liberale che caratterizza il nostro paese un segnale forte e chiaro. La democrazia ringrazierà".