POLITICA E POTERE
È già scontro su "scuole libere", la Gioventù Comunista attacca l'UDC: "La scuola è liberale, altro che socialista"
La GC risponde alla campagna lanciata dai Giovani UDC: "Nulla è neutrale in una società in cui esistono classi sociali contrapposte"
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09 OTTOBRE 2020
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BELLINZONA – La Gioventù Comunista (GC) "prende atto del lancio della campagna “scuole libere” da parte dei Giovani UDC (GUDC) e si rallegra del fatto che il movimento giovanile del partito democentrista si sia reso conto che la scuola è un luogo nel quale vengono diffuse le idee dominanti nella società. Insomma, si potrebbe quasi dire che i GUDC abbiano scoperto il marxismo e, quindi, abbiano abbracciato la tesi che la scuola sia uno strumento per esercitare la cosiddetta egemonia culturale sulle generazioni più giovani. Peraltro la stessa "pedagogia per competenze" tanto di moda nella scuola ticinese è un prodotto liberista che non a caso i comunisti hanno anche recentemente contestato".

"Non possiamo quindi che trovarci d’accordo su questo aspetto. Peccato, però, che gli insegnamenti dominanti nella scuola ticinese e svizzera non siano affatto orientati al socialismo, bensì improntati a promuovere l’ideologia liberale dominante. Si pensi che nel solo corso di storia non si trattano eventi fondamentali come lo sciopero generale del 1918 (represso violentemente dal tanto glorificato esercito svizzero, che ha sempre e solo sparato contro i lavoratori svizzeri) o il ruolo fondamentale del colonialismo nello sviluppo del capitalismo elvetico, per non parlare dell’omissione di scandali come la Fichenaffäre, ovvero la schedatura di quasi un milione di cittadini svizzeri identificati come “di sinistra” da parte della Polizia federale durante il periodo della guerra fredda. Di esempi, però, se ne potrebbero fare tanti altri ancora, non solo legati all’insegnamento della storia, come la sfrontata propaganda neoliberista che viene promossa nei corsi di economia".

Insomma, "occorre che i Giovani UDC imparino a distinguere meglio le idee liberali da quelle realmente di sinistra, le quali nel contesto della propaganda anti-comunista ben insita nelle scuole ticinesi e svizzere trovano ben poco spazio nelle aule. È vero: ci sono sicuramente dei docenti orientati maggiormente verso la sinistra, ma ve ne sono altrettanti con un orientamento politico opposto, che non ripudiano affatto il propagandare le proprie idee fra gli allievi. E questo non ci scandalizza dal momento in cui la scuola non è (e non deve essere) un mondo ovattato, ma è un luogo in cui esiste - piaccia o meno - una battaglia delle idee. Nulla è infatti neutrale in una società in cui esistono classi sociali contrapposte".

Non apriremo siti internet specifici, ma gli allievi che si dovessero confrontare con insegnanti che ripetono luoghi comuni anti-comunisti o dovessero ricevere materiale didattico ideologicamente orientato possono segnalarcelo per e-mail o sui social.

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