Il Movimento per il Socialismo pare intenzionato a lanciare la raccolta di firme contro il progetto votato dalla stragrande maggioranza dei partiti (75 sì contro 4 no e un astenuto). Della questione si discute da una trentina d'anni
BELLINZONA - Ci sono voluti una trentina d'anni e fiumi di inchiostro di polemiche, ma la questione relativa all'assoggettamento alla cassa pensione dei dipendenti statali da parte dei Consiglieri di Stato e di quelli che venivano denominati i loro privilegi vede una decisione parlamentare, anche se non è detto che sia finita qui. Il voto di oggi in Gran Consiglio, che dice sì al disegno di legge uscito dalla Commissione della gestione e delle finanze, è definito da tutti di compromesso. Ci sarà probabilmente però uno strascico.
PLR, PPD, Lega, PS, UDC e Verdi hanno sostenuto in massa il progetto (dopo aver dichiarato ricevibile l'iniziativa popolare "Basta privilegi ai consiglieri di Stato" del PS), per un risultato nettissimo che parla di 75 sì, 4 no e un astenuto. Contrario l'MPS, che ritiene che ci sarà un ulteriore innalzamento dei costi ed è pronto a lanciare il referendum.
In sostanza, a cosa si è detto sì? Il salario dei cinque sarà di poco meno di 230mila franchi netti all'anno. Saranno appunto assoggettati alla cassa pensioni dei dipendenti statali, cui pagheranno i contributi, ìì. Anzichè a un vitalizio avranno diritto a un'indennità di uscita pari al massimo al 270% del salario lordo nel caso in cui lasciassero la carica prima dei 55 anni, a un reddito ponte del 48% al massimo fino alla età della pensione se lo faranno dopo i 59 anni (che cadrà nel caso in cui nel nuovo lavoro guadagnassero di più), con la possibilità di scegliere fra le due opzioni se lasciano tra i 55 e i 59 anni di età.
L'MPS si è detto intenzionato a lanciare il referendum. La storia infinita continua.