Il significato originale, presente nella versione tedesca, era "presunta lotta alla pandemia", non "presunta pandemia". "Grazie per averci fatto notare l'errore. Il suo modo di sfruttare i morti di Covid per mere speculazioni politiche indigna"
BELLINZONA - È stato un errore di traduzione dal tedesco, l'UDC non ha mai parlato di "presunta pandemia". Lo fa notare la sezione ticinese del partito democentrista, che replica seccamente a Manuele Bertoli, il quale si era scagliato contro il comunicato che spiegava la posizione dell'UDC sulla legge Covid.
"C'è l'UDC e al Consigliere di Stato Manuele Bertoli scivola maldestramente la frizione", si legge nella nota diffusa attraverso Facebook. "Accusare l’UDC, il solo partito che ha elaborato un proprio concetto per affrontare la pandemia mentre tutto gli altri dormivano sonni tranquilli, che ha immediatamente chiesto misure di protezione per i gruppi a rischio, che ha chiesto la chiusura delle frontiere allorquando la situazione è divenuta insostenibile, è ridicolo.
Ma ciò che indigna ed é ingiustificabile per un Presidente del Consiglio di Stato è il tentativo di sfruttare i morti per Covid per mere speculazioni politiche e meschini interessi di bottega, fregandosene della sofferenza delle persone e delle famiglie che ne sono stati colpiti", parte il contrattacco.
"È vero, a causa di un errore di traduzione dalla lingua tedesca, nella quale è stato stilato il comunicato originale, alla lingua francese il concetto non è né preciso né calibrato. Lo ringraziamo per averci segnalato l’imprecisione che è stata prontamente modificata. Come pure siamo onorati che lui, o chi tra i suoi ben pagati funzionari, si siano dati la pena di perdere tempo in una sterile polemica su un comunicato in francese", prosegue l'UDC. "La sua agitazione ha ormai raggiunto il medesimo livello di quella di alcuni scalmanati di estrema sinistra".
E viene precisato come "in ogni caso, il comunicato originale in tedesco parla di “presunta lotta alla pandemia” e non “presunta pandemia”. Una differenza di significato enorme, perché il nostro partito, pur prendendo sul serio la situazione sanitaria, è da sempre critico nei confronti del Governo e la sua catastrofica gestione della pandemia. Ora però il Consiglio federale vorrebbe spingersi oltre creando una società a due velocità, tra vaccinati e non vaccinati, al fine di celare la sua totale incapacità di convincere la popolazione alla profilassi volontaria. L’UDC non può accettare questa palese lesione della libertà dei cittadini e dunque combatterà la legge Covid per far sì che tra cittadini liberi e responsabili non ci siamo discriminazioni e stigmatizzazioni da parte dello Stato".
Tornando a Bertoli: "Invece di perdere tempo nel cercare di attaccare a vuoto l’UDC, farebbe bene a investire il suo tempo nel cantiere della scuola dell’obbligo, che fa acqua da tutte le parti. Al posto di tentare di far rientrare “La scuola che verrà” dalla finestra, fatta uscire dalla porta dal popolo ticinese, sarebbe finalmente ora che elaborasse un progetto serio, condiviso e che miri alla qualità della formazione piuttosto che rincorrere concetti di scuola di stampo sovietico".